Benvenute e benvenuti all’uscita numero 53 di S'è Destra, la newsletter che racconta l’Italia della destra destra al potere. La scrivo io, Valerio Renzi, in collaborazione con Fandango Libri.
Oggi parliamo di culture war, della Russia di Putin e di come la destra abbia costruito un’agenda globale a partire da questioni etiche e di pubblica morale. Lo facciamo parlando di un libro appena uscito per i tipi di Luiss University Press L’internazionale moralista. I conservatori russi e la conquista dell’Occidente di Kristina Steockl e Dmitry Uzlaner, con la prefazione di Maria Chiara Franceschelli.
Un po’ di agenda per incontrarci anche ad agosto: per chi rimane a Roma il 13 agosto (!) con Christian Raimo siamo ospiti dell’Aniene Festival a Montesacro per un incontro a partire dal mio ultimo libro Essere Tempesta. Vita e morte di Giacomo Matteotti che trovate in libreria, negli store online e sul sito di Momo Edizioni. Il 30 agosto sarò invece a Renoize a Parco Schuster, ricordando come ogni anno Renato Biagetti.
Vi segnalo due cose che ho scritto su Fanpage.it questa settimana:
Perché Elon Musk è ossessionata dallo scoppio di una guerra civile in Europa
Un’intervista a Benedetta Tobagi sulle strage e l’amnesie della destra di governo
Ora iniziamo.
Neanche si era tenuta la prima gara e le Olimpiadi di Parigi che termineranno domani, avevano già avuto la prima violentissima polemica super polarizzante, per dovuta alla messa in scena di un’Ultima Cena queer durante la cerimonia di apertura che ha mandato ai pazzi le destre di tutto il mondo. Solo un assaggio di quello che sarebbe successo solo qualche giorno dopo, per il match di boxe tra l’atleta italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif.
Nel 2023 l’International Boxing Association (IBA) ha escluso Khelif e un’altra atleta perché avevano livelli troppo alti di testosterone. Nonostante non ci siano dubbi che la pugile sia nata biologicamente donna, il presidente russo dell’Iba Umar Kremlev ha dichiarato: “Sulla base dei risultati dei test del DNA, abbiamo identificato un certo numero di atleti che hanno cercato di ingannare i loro colleghi e fingevano di essere donne. Sulla base dei risultati dei test, è stato dimostrato che avevano i cromosomi XY”.
A partire da queste dichiarazioni la destra ha cominciato a denunciare come Carini stesse venendo mandata al macello sul ring in nome dell’ideologia gender, sostenendo che Khelif fosse una donna trasgrender. In Italia sono scesi in campo tutti i principali esponenti del governo, dal vicepremier e ministro Matteo Salvini fino alla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, e poi il presidente del Senato Ignazio Marino e la stessa premier Giorgia Meloni.
Ma l’offensiva contro “l’ideologia del gender” non si è limitata all’Italia, ma ha scatenato uno tsunami globale sul match olimpico. È intervenuto il candidato alla presidenza Donald Trump, l’uomo più ricco del mondo e alfiere delle guerre culturali dell’estrema destra Elon Musk, la scrittrice creatrice di Harry Potter J. K. Rowling, da anni impegnata in prima persona contro i diritti delle persone transgender.
L’Iba ha abbandonato il Cio nel 2019 a seguito di una serie di scandali, ha spostato la sua sede a Mosca e la federazione si è molto avvicinata al governo russo: a Carini, che ha abbandonato il match dopo poche decine di secondi dicendo che l’avversaria la colpiva “troppo forte”, ha offerto 100.000 euro di premio asserendo che a suo modo di vedere la medaglia d’oro olimpica sarebbe sua di diritto.
L’internazionale moralista. I conservatori russi e la conquista dell’Occidente, di Kristina Stoecki e Dmitry Uzlaner, la prima esperta di religione e politica in Russia, il secondo sociologo delle religioni, è un libro specialistico e allo stesso tempo divulgativo. Specialistico perché è la presentazione di un lungo lavoro di ricerca scientifica, divulgativo perché spiega fenomeni che sono ormai centrali nel dibattito pubblico, e risulta molto utile per spiegare come sia andata formandosi un’agenda politica comune tra Elon Musk, il regime di Putin e la destra conservatrice americana, le chiese evangeliche americane e la chiesa ortodossa russa, il tradizionalismo cattolico e l’alt-right, tanto da fargli tuonare all’unisono contro la boxeur Imane Khelif, facendone un caso mondiale.
All’indomani della caduta del Muro di Berlino e del collasso del sistema sovietico, la Chiesa ortodossa si trovava ad affrontare un problema non da poco: come sfruttare la ritrovata agibilità, all’interno di una società fortemente secolarizzata, e allo stesso tempo piena di interrogativi sul proprio futuro in uno scenario di grande crisi e incertezza.
La risposta per la Chiesa russa è arrivata non riscoprendo le radici religiose, ma gettandosi nella mischia della contemporaneità, scegliendo una strada nuova ammantandola da trazione. Priva di una sostanziale dottrina sociale, sceglie di “importare” un’agenda che arriva dall’esterno del paese, in particolare dalla destra cattolica e soprattutto dall’evangelismo americano. Importare, badate bene, inteso anche in termini letterali: gli anni Novanta vedono un grande investimento dei network politici e religiosi della destra evangelica in Russia, che inviano uomini e donne, opuscoli e finanziamenti. Il paese viene visto come un paese “vergine” da conquistare. E questo è il primo elemento di interesse del libro per il lettore: inserisce le dinamiche politiche russe in un contesto globale, rifiutando con decisione la tesi dell’eccezionalismo di Mosca, ma anche della continuità “profonda” del carattere e delle tradizioni russe, una tesi spesso presentata dalle letture geopolitiche della storia del paese.
La difesa della famiglia tradizionale, la lotta all’ideologia gender e ai diritti della comunità Lgbtq, la libertà di educazione e la lotta all’aborto diventano così i nuovi cavalli di battaglia della Chiesa che dal 2008 è guidata dal Patriarca Kirill. Già dalla fine degli anni Novanta poi le gerarchie ortodosse iniziano a lavorare in stretto contatto con il potere del Cremlino, fino a quanto Vladimir Putin non assumerà l’agenda ortodossa quasi per intero, venendo ricambiato con il sostanziale appoggio senza remore da parte della Chiesa. La Chiesa ortodossa, dopo aver assunto i temi dell’agenda conservatrice occidentale in tema di diritti civili e diritti riproduttivi della donna, li mise alla base di un’ideologia su misura che proponeva la Russia, con i suoi valori tradizionali sopravvissuti al comunismo, come alternativa all’Occidente liberale e ormai in decadenza.
È in questo momento, quando esplodono le guerre culturali in cui siamo ancora immersi, che le idee (ma anche i soldi e la forza politica e mediatica) cominciano a viaggiare in senso inverso. Dopo aver fatto proprio quello che arrivava dall’Occidente, la Chiesa ortodossa russa assieme a una serie di altri attori come fondazioni e network (tutti analizzati con dovizia nel libro) e stesso Cremlino, iniziano a essere un attore a tutto tondo delle guerre culturali dando manforte all’agenda tradizionalista e della destra globale. Un’azione visibile nell’azione governativa della Russia, quanto nell’azione delle organizzazioni della società civile, attori diversi con obiettivi simili le cui strategie vengono analizzate nel volume.
L’asse ideologico costruito tra Russia e destre occidentali, è così profondo che neanche la guerra in Ucraina lo ha reciso del tutto al momento, come dimostrato recentemente proprio dalle battaglie ingaggiate attorno alle Olimpiadi di Parigi. L’internazionale moralista di cui parlano Stoeckl e Uzlaner continua a lavorare.
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In questo paragrafo:
“A partire da queste dichiarazioni la destra ha cominciato a denunciare come Carini stesse venendo mandata al macello sul ring in nome dell’ideologia gender, sostenendo che Khelif fosse una donna trasgrender. In Italia sono scesi in campo tutti i principali esponenti del governo, dal vicepremier e ministro Matteo Salvini fino alla ministra della Famiglia Eugenia Roccella, e poi il presidente del Senato Ignazio Marino e la stessa premier Giorgia Meloni.”
Hai confuso il povero Ignazio Marino con l’imbarazzante Ignazio La Russa.
Grazie dell'analisi. Sono atterrita da quanta violenza sia stata mobilitata globalmente su questa ed altre atlete a fini politici. Sembra che combinare la propaganda con argomenti pruriginosi funzioni sempre. È grave e violento.
Segnalo svista nell'articolo: [...] presidente del Senato Ignazio "Marino"