Tutti vogliono un think tank
Benvenute e benvenuti a S’È DESTRA, la newsletter che ogni settimana racconta l’Italia (e non solo) al tempo del governo della destra destra. La trovate nella vostra casella email in un momento imprecisato tra il venerdì mattina e la domenica pomeriggio.
Oggi parliamo dei think tank e delle fondazioni della destra italiana, i luoghi dove si dovrebbe elaborare la strategia politica e il pensiero.
La prossima settimana ho diversi appuntamenti in giro per Roma:
Mercoledì 10 aprile alle 18.00 un incontro con il collettivo left-acc Inventare il Futuro, dove parliamo di egemonia di destra e Meloni di lotta e di governo: qui le info.
Venerdì 12 aprile al Liceo Aristofane partecipo all’incontro "Raccontare il delitto Matteotti oggi" con Rossella Pace (storica), Christian Raimo (scrittore) e Stefano Friani (editore e scrittore). Organizza la sempre amatissima libreria Bookish.
Sempre il 12 aprile subito dopo corro alla spring school di Nonna Roma, dove modero la presentazione del rapporto dell’associazione sul diritto all’abitare nella capitale.
Ci becchiamo in giro se vi va! La mia mail per insulti, consigli, considerazioni, proposte è valrenzi@gmail.com
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Ora iniziamo!
Ormai se non hai un think tank o una fondazione, o ancorq meglio un think tank legato a una fondazione, in politica sembra che non vai da nessuna parte, anche in Italia. Pensatoi e centrali organizzative, sono spazi che servono a definire l’agenda di un’area politica o di un partito. Anche la destra italiana ha scoperto questo tipo di strumenti di recente, qui ne facciamo una panoramica.
Centro Studi Machiavelli
Il Centro Studi Machiavelli, spiega di occuparsi di “studi politici strategici”, e svolge un’attività di think tank classicamente intesa. Nato nel 2017, ha sede a Firenze e la sua forma giuridica è quella di un’associazione di promozione sociale. Lo scopo del Centro Studi, si legge sul sito “è promuovere i valori tradizionali e politiche ad essi ispirate” e “patriottismo, tradizione e libertà” sono “princìpi guida” degli aderenti.
Al Machiavelli si occupano soprattutto di “geopolitica” e di questioni relative alla sicurezza e alle relazioni internazionali. Il presidente è Daniele Scalea (classe 1985), che è già stato tra i fondatori e Direttore Generale di IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, un nome altisonante per un’avventura piuttosto breve e non di particolare rilievo). È stato anche redattore della rivista di Eurasia, e ha diversi libri all’attivo da “Trump contro tutti” a “Capire le primavere arabe”, da “Immigrazione. Le ragioni dei populisti” a “L’attualità del sovranismo. Tra pandemia e guerra”. Libri di occasione come si capisce dai titoli più che di approfondimento teorico, e dalla diffusione limitata alla propria area di riferimento.
Il Centro Studi Machiavelli rimane in ogni caso molto attivo, pubblicando regolarmente report e dossier sugli argomenti più disparati rivolti a un pubblico che si presuppone specialistico (come “La Tablighi Jaamat. Rischi per integrazione ed estremismo in Europa” o “Piloti occidentali al servizio della Repubblica Popolare Cinese. Casi, pericoli e contromisure”). Pubblica poi una collana di libri con Historica - Giubilei Regnani, e i suoi membri (professori, avvocati e diversi membri ed ex membri delle forze armate, tra cui due generali dell’Esercito e un ammiraglio della Marina).
Tra i consiglieri scientifici spicca pure il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, un particolare che non è passato inosservato quando i contenuti di un convegno del Centro Studi sono finiti al centro della bufera. Solo qualche settimana fa, presentando una pubblicazione del Machiavelli (“Biopoetica, breve critica filosofica all'aborto e all'eutanasia”) a Montecitorio i due autori, Marco Malaguti, ricercatore del centro Machiavelli, e Maria Alessandra Varone, ricercatrice di Filosofia all'Università di Roma Tre, hanno dichiarato che “l’aborto non è un diritto legalmente accettabile". Perfino "nei casi più tragici, come quelli di stupro, non è mai giusto".
Nota bene: la sala è stata chiesta dal deputato leghista (eletto nella circoscrizione esteri) Simone Billi. E il referente del Machiavelli in effetti sembra essere soprattutto la Lega, che sicuramente è più sensibile alle istanze “geopolitiche” propugnate dal think tank, che coinvolge sempre più spesso esponenti delle forze armate e dell’industria della sicurezza e della difesa nei propri convegni. Senatori e deputati leghisti sono ospiti fissi degli eventi del Machiavelli. Non a caso l’ex sottosegretario leghista agli Esteri del Conte I Guglielmo Picchi è responsabile delle relazioni internazionali del Centro Studi.
Nazione Futura
Anche Nazione Futura si presenta come un think tank, ed è presieduto da Francesco Giubilei giovane editore conservatore che, da qualche tempo, conosce un certo successo da commentatore in televisione. Infaticabile Giubilei ha iniziato con una casa editrice (Giubilei Regnani), dedicandosi al lavoro culturale per costruire dei riferimenti più nobili alla destra destra di Giorgia Meloni, che aveva urgente bisogno di mettere nel suo Pantheon qualche nome che non fosse Julius Evola. Non più postfascisti ma conservatori, inventando in un libro “Giorgia Meloni. La rivoluzione dei conservatori” (edito ovviamente dalla sua casa editrice) una tradizione politica che in Italia di fatto non esiste.
A differenza del Centro Studi Machiavelli (con cui intrattiene ottimi rapporti), che ha al centro dei suoi sforzi le questioni di difesa e sicurezza, oltre che sugli scenari geopolitici, il lavoro di Nazione Futura ha il suo focus molto di più sui temi di battaglia politica contingente e sulle politiche nazionali. Edita una omonima rivista, ma soprattutto ha una sua proiezione politica con circoli territoriali, secondo il sito in 45 città, dove spesso gli animatori dell’associazione sono eletti o candidati dentro i partiti di centrodestra (in particolare Fratelli d’Italia).
Nazione Futura è soprattutto il terminale di molte relazioni internazionali. Giubilei ha e soci hanno promosso l’Italian Conservatism Conference, tre giorni di discussione alla presenza di molti esponenti del gruppo dei Conservatori e Riformisti (il partito europeo guidato da Fratelli d’Italia), di direttori e vicedirettori dei giornali della destra italiana, ma soprattutto con al presenza di altre fondazioni, riviste e think tank di altri paesi europei (i più noti dei quali sono il Danube Institute, la Edmund Burke Foundation e The European Conservative). Insomma Nazione Futura ha, almeno per una certa fase, supplito alla mancanza vera e propria di una Fondazione che faccia elaborazione politica a livello continentale per Fratelli d’Italia.
Giubilei, grazie all’impegno di Nazione Futura in campo delle relazioni cin partner internazionali, è stato l’unico italiano a intervenire alla Conservative Political Action Conference (CPAC) che si è tenuto nel 2023 in Ungheria in collaborazione con l’ungherese Center for fundamental rights. La CPAC dal 1974 raccoglie la destra del Partito Repubblicano, promosso dalla lobby di destra radicale American Conservative Union. Sempre Giubilei è volato qualche settimana fa è volato negli Stati Uniti sempre ospite della CPAC, ovviamente a osannare Trump.
Fondazione Tatarella e Fare Futuro
Se il Centro Studi Tatarella e Nazione Futura sono i due poli più dinamici della galassia che stiamo raccontando, molto propensi a raccogliere e propagandare parole d’ordine radicali, ci sono poi alcune istituti che hanno un profilo più istituzionale.
Parliamo della Fondazione Giuseppe Tatarella, al cui vertice troviamo sempre Francesco Giubilei). Pinuccio, per gli amici, è stato uno dei protagonisti del passaggio dal Msi a AN, traghettando i postfascisti nelle istituzioni nel ruolo di vicepresidente del Consiglio e ministro del primo governo Berlusconi. Oggi la sua figura, e la Fondazione che ne porta il nome, sono utilizzati per trasmettere l’immagine di una destra pragmatica e di governo, più conservatrice che estremista. Peccato che poi arrivi La Russa che, al convegno che dovrebbe consacrare Tatarella come padre della patria e gigante delle istituzioni che si tiene alla Camera nel febbraio del 2023, sente il bisogno di dire: “Il busto di Mussolini ce l’ho, me l’ha lasciato mio padre. Non capisco perché dovrei buttarlo, non lo farò mai”.
Nel panorama che stiamo descrivendo c’è anche la Fondazione Giuseppe e Marzio Tricoli, padre e figlio protagonisti delle vicenda della destra siciliana. C’è poi Fare Futuro, diretta da Adolfo Urso. La fondazione è legata all’area che, nella diaspora seguita alla fine di An, ha portato Urso e altri finiani “pentiti” a tornare in seno a Fratelli d’Italia dopo alcune esperienze politiche non proprio felici (in questo caso Futuro e Libertà e Fareitalia). La fondazione si occupa soprattutto di formazione rivolta alle classi dirigenti e allo sviluppo di politiche, e allo stesso tempo rappresenta la casa politica dell’area interna a Fdi vicino al Ministro del Made in Italy.
KulturaEuropa e Passaggio al Basco
All’estrema destra vale la pena segnalare KulturaEuropa, centro studi animato tra gli altri da Adriano Scianca e Marco Scatarzi. Il primo è il responsabile cultura di CasaPound, direttore del Primato Nazionale e giornalista della Verità, Adriano Scianca; da Marco Scatarzi di Casaggì che dirige la casa editrice Passaggio al Basco (di cosa scrive e pensa ne abbiamo parlato qua). Qui si va formando un’area politico/culturale a cavallo tra l’estrema destra fuori dalle istituzioni e la destra destra di governo.