Casaggì: il catechismo neofascista per i giovani di Meloni
Nel manuale del "militante identitario" proposto agli studenti di Fratelli d'Italia dal quartiere generale di Casaggì vengono glorificate le SS.
Benvenute e benvenuti alla seconda puntata di S'È DESTRA, la newsletter che ogni venerdì racconta l'Italia al tempo del governo della destra destra. Un progetto sostenuto da Fandango Libri, che ha edito anche il libro Fascismo Mainstream dove tornano molti dei temi che affronteremo.
Se ancora non l’hai fatto:
Casaggì e l’aggressione di Firenze:
I sei presunti aggressori del liceo Michelangiolo di Firenze appartengono come ormai è noto ad Azione Studentesca, sigla giovanile legata a Fratelli d'Italia. Quando sono stati ripresi a picchiare gli studenti ne è nato un bel polverone e manifestazioni di reazioni da parte della sinistra, che hanno messo il gruppo sotto i riflettori visto e considerato che nessuno nel partito di Meloni ha davvero preso le distanze e la premier non ha ritenuto d’intervenire sulla vicenda. In pochi poi si sono accorti di un eleemento: Azione Studentesca è egemonizzata da una precisa area politico-culturale dentro il partito di Giorgia Meloni, che si definisce di “destra identitaria” e che fa riferimento a Casaggì di Firenze, dove non a caso l'associazione studentesca ha la sua sede nazionale.
Dopo aver raccontato per sommi capi la storia del gruppo fiorentino, passeremo a capire cosa pensano a Casaggì tramite la lettura di Essere comunità. Orientamenti per il militante identitario, scritto da Marco Scatarzi che è un po' il ministro della cultura di Casaggì. Si tratta di un piccolo manuale su come dare vita a una “comunità militante”, un catechismo infarcito di citazioni di Benito Mussolini, Julius Evola, Léon Degrelle e Codreanu, e che alla fine santifica il motto le SS di Hitler come esempio di onore, fedeltà e spirito di servizio.
(Uno dei lavoracci che mi prendo scrivendo questa newsletter è proprio quello di raccontare la destra italiana partendo dai prodotti culturali e dai suoi periodici, dai testi e le riviste di riferimento: sì, è uno sporco lavoro, neanche molto gratificante ma qualcuno deve pur farlo).
Infine faremo delle ipotesi sul ruolo dell'area della destra identitaria nel futuro.
Casaggì: la cerniera tra estrema destra e destra di governo
Casaggì nasce nel 2005 a opera di alcuni militanti dell'allora Azione Giovani, il gruppo giovanile di Alleanza Nazionale, come “circolo ricreativo culturale”. Per alcuni anni, sotto l'indiscusso fascino esercitato in quegli anni dall'esperienza di CasaPound, si nomina anche come “centro sociale di destra” un luogo insomma che serve anche per fare socialità, musica, cultura e non solo come sede di partito. Nel 2011 cambia residenza senza cambiare nome. Durante gli anni del Popolo delle Libertà è un approdo sicuro per non perdere e annacquare la propria identità.
Ma la vera svolta arriva con la nascita di Fratelli d'Italia e la fine del partito unico di centrodestra, quando quelli di Casaggì decidono di fondare nuovamente Azione Studentesca, riportando in vita l'organizzazione giovanile da cui ha preso le mosse la stessa Giorgia Meloni, spostandola sempre più a destra. Si perché Azione Studentesca e Azione Giovani, durante l'esperienza di Alleanza Nazionale, pur mantenendo una loro autonomia che tradizionalmente ha sempre animato la militanza giovanile a destra, vedevano al loro interno rappresentate tutte le anime e le correnti del partito. Ad esempio l'elezione di Giorgia Meloni a presidente nazionale di Azione Giovani, avviene grazie a un accordo tra l'area che faceva capo a Fabio Rampelli e quella considerata considerata più moderata di La Russa e Gasparri, che riuscirono per pochi voti a battere il candidato della destra sociale Carlo Fidanza, dato per favorito.
Oggi invece non è così: Azione Studentesca, che sceglie come simbolo la “croce bretone” così simile a una croce celtica, è un’organizzazione completamente egemonizzata da Casaggì, che è sicuramente un'esperienza “singolare” all'interno del paesaggio di Fratelli d'Italia. Comunità militante e non sezione di partito, costruisce la sua presenza all'interno di Fratelli d'Italia candidandosi a tutti i livelli locali. Ha eletto un consigliere comunale a Firenze, Alessandro Draghi, e un consigliere regionale in Toscana, Francesco Torselli, oltre a diversi consiglieri nelle municipalità fiorentine.
Ma Casaggì non lavora solo all'ingresso nelle istituzioni, parallelamente è assolutamente interna alla cosiddetta “area”, come l'estrema destra si nomina quando parla di se stessa. Ha un rapporto preferenziale con la Comunità militante Raido di Roma, gruppo marcatamente evoliano e tradizionalista, ma intrattiene anche un buon rapporto con CasaPound e i libri della casa editrice che fa riferimento al gruppo fiorentino, Passaggio al Bosco, sono presentati nelle sedi di più o meno tutti i gruppi della destra radicale. Ha poi una trasmissione all'interno del palinsesto di KulturEuropa Radio, iniziativa online a cui partecipano esponenti di vari gruppi dell'estrema destra come Veneto Fronte Skinhead e CasaPound. Nel comitato scientifico siede anche Marco Scatarzi, fondatore proprio di Passaggio al Bosco.
Nel 2020 un lungo articolo di Patria Indipendente, la rivista dell'Anpi, presenta tutto il pantheon di riferimenti politici che è possibile osservare tramite i poster e nei riferimenti iconografici di Casaggì. Sono effettivamente indistinguibili da quelli di un qualsiasi gruppo neofascista: Alessandro Pavolini, Robert Brasillach, Evita Péron e Léon Degrelle. E ancora negli slogan usati per la comunicazione online e in piazza riecheggiano le formule che arrivano dritte dalla pagina più buia del Novecento tra “Casaggì per mille anni” (che fa il verso al libro Hitler per mille anni di Degrelle) e il motto “sangue e suolo”.
Il gruppo fiorentino insomma si presenta come la cerniera tra due monti contigui: da una parte la destra destra di governo che si è organizzata dentro Fratelli d'Italia, dall'altra “l'area”. Nel progetto della destra identitaria di Casaggì è chiarissima la volontà di non lasciare niente indietro del proprio bagaglio, traghettandolo non più in un piccolo partito post fascista, ma dentro un partito che raccoglie un voto d'opinione ben oltre gli steccati del tradizionale bacino della destra italiana.
Un manuale per “il militante identitario”
Essere Comunità. Orientamenti per il militante identitario, è assieme il catechismo di Casaggì e un piccolo manuale per quadri politici. Lo ha scritto il già citato Marco Scatarzi, fondatore e proprietario della casa editrice Passaggio al Bosco ed esponente di primo piano del gruppo fiorentino. Se altri hanno preso la strada della politica istituzionale lui, quarant'anni, è il responsabile del lavoro culturale e metapolitico.
Il libro non ha nessuna pretesa di originalità, e non manca di una certa dose di chiarezza espositiva che ne fa un testo decisamente didattico. Chi ha un po' di dimestichezza con il pensiero della destra radicale e con la sua pubblicistica lo troverà una sorta di bignami del tradizionalismo di stampa evoliano, e un potpourri dove sono mischiati un po’ tutti i riferimenti cari al neofascimo. Ah sì, dimenticavo: qua non c'è nessuna ambiguità, il testo si inserisce con naturalezza nel solco del neofascismo e non lo nasconde, anzi lo dà per scontato. La parola destra non a caso non vi appare quasi mai, come se quello fosse l'abito da mostrare in società mentre nel discorso “interno”, rivolto alla comunità militante non ci fosse bisogno di certi infingimenti. Già dal titolo è d'altronde tutto chiarissimo: Orientamenti è d'altronde il titolo del libro di Julius Evola, che nel dopoguerra servirà da bussola agli sconfitti e i reduci della Repubblica Sociale.
Essere comunità dicevamo non è un libro ma particolarmente originale, ma è utilissimo a capire la biblioteca e la formazione che avviene in posti come Casaggì. Tra i testi più citati, dove Scatarzi va a pescare modelli e principi per organizzare le sue comunità militanti, troviamo Il capo di Cuib di Corneliu Zelea Codreanu e Militia di Léon Degrelle. Il primo è il fondatore del Movimento Legionario e della Guardia di ferro romena, il secondo è il collaborazionista e ufficiale delle SS che fino alla sua morte nel 1994 visse impunito nella Spagna che lo aveva accolto dopo la fine della guerra. Poi oltre a naturalmente Evola troviamo un bel po' di ampie citazioni di Benito Mussolini, e della Mistica Fascista del fratello Arnaldo, e ovviamente non poteva mancare il mito del Samurai e del Bushido incarnato ovviamente da Yukio Mishima. Dimenticavamo: al mito di Sparta sono dedicate lunghe pagine
La comunità militante che Scatarzi vorrebbe offrire in franchising con il suo libro di citazioni è costruita sui principi della cultura della destra illiberale. È ovviamente organicista e anti democratica e anti egualitaria. Qui si obbedisce al capo che si impone naturalmente all'interno del gruppo per le sue doti, e ognuno altrettanto naturalmente trova il suo posto riconoscendo i suoi limiti e il suo posto nella gerarchia.
Chissà cosa penserà Meloni di come dentro Casaggì si pensa alla donna. Inutile dire che anche le donne trovano il loro posto all'interno della comunità rispettando il loro ruolo e le loro inclinazioni naturali. Per spiegare bene il concetto l'autore ricorre a una lunghissima di Piera Gatteschi Fondelli, generale di brigata del Servizio Ausiliario Femminile della Repubblica Sociale Italiana. Insomma “occorrerà tendere alla riscoperta di una femminilità autentica, fondata sulla semplicità e sul dono, sulla serietà e su una libertà interiore aliena dal sentimentalismo e dalla civetteria imperanti”, per fare in modo che le donne si inseriscano in modo organico nella comunità. Ancora il nostrissimo consiglia “le militanti più giovani” al superamento “di quelle dinamiche di attrito che spesso caratterizzano le donne di una comitiva: piccole invidie, antipatie più o meno taciute, frecciatine, incomprensioni banali che si trasformano in cataclismi sconfinati”. Le donne insomma devono smettere di essere delle oche. Bella immagine non c'è che dire.
La comunità è costruita come una fortezza contro il mondo moderno e dominato dal mercato, per mettere distanza con il mondo globale dove vige lo sradicamento e l'annullamento di differenze e tradizioni. È una comunità assediata quella che per Scaturzi deve affrontare il mondo. E ovviamente il senso di assedio è rappresentato prima di tutto dalla sostituzione etnica, data come un dato di fatto, e dal senso di colpa verso se stessi che proverebbe i popoli bianchi ormai sradicati dalle proprie radici e tradizioni. Poi c'è ovviamente la società americana (sì, se c'è un modello negativo citato nel libro non è certo il fascismo quanto gli Usa sulla scorta della nouvelle droite) che rappresenta insieme il trionfo del mercato e della fine delle identità nazionali, e poi c'è quella che viene chiamata la “subcultura sessantottina”, ovvero l'egualitarismo e la liberazione dalla società patriarcale, che produce l'abiezione dell'ideologia gender e impone l'egemonia del marxismo culturale e del politicamente corretto.
Qual'è il ruolo di queste comunità militanti costruite sugli esempi della Legione di Codreanu e sulla Militia di Degrelle? “Un popolo che subisce una sostituzione etnica è un popolo comunque destinato all'estinzione: il soft power e l'hard power del mondialismo possono innescare un meccanismo, ma nessuno è obbligato a patirne le conseguenze in silenzio e docilmente; non è scritto da nessuna parte che ci si debba far condurre al mattatoio docili e con il sorriso sulle labbra. (…) Quello che ha contraddistinto le Civiltà millenarie è oggi sotto attacco, l'equilibrio che le ha tenute in piedi per secoli è sovvertito in ogni livello e necessita di un risveglio che ne ripristini i canoni e le idee-forza. Le comunità militanti hanno il compito specifico di contribuire a produrre questo risveglio”. Tra l’immagine di uomini e donne bianchi ed europei che si fanno portare al mattatoio e la necessità di un risveglio, è davvero difficile distinguere questo testo da un qualsiasi pamphlet complottista e suprematista.
È nelle ultime pagine che il manuale che viene sottoposto ai giovani militanti identitari presenta per l'esempio più fulgido a cui fare riferimento: le SS di Hitler. Lo fa concludendo il libro con un racconto contenuto in Vita Est Militia di Rutilio Sermoni, in cui sono riportate le ultime parole di un ragazzino tedesco di sedici anni arruolato nelle SS che, con l'ultimo soffio di avito avrebbe detto all'autore: “Noi vinceremo signor tenente, è vero? Perché noi abbiamo ragione”. Parole a cui l'irriducibile ufficiale delle Waffen SS Sermonti risponde: “Ti giuro che non ci fermeremo mai, niemals, finché non avremo vinto”.
Nel capitolo precedente Scatarzi prende il motto delle SS e ne fa un manifesto per la militanza della destra odierna: “Il nostro onore si chiama fedeltà” letteralmente significa questo: la coerenza rispetto ai principi propugnati, l'essere fedeli alla propria natura e al proprio cammino di ascesi. Disonorarsi, quindi, significa aver tradito i presupposti che tengono insieme il tessuto comunitario, ovvero il “terzo elemento” cui è vincolato il soldato politico”.
La sfida dell'egemonia sul mondo giovanile
Glorificazione delle SS, codici d'onore dei samurai, dottrine tradizionaliste. Siete confusi? Se sì è perché non avete mai avuto a che fare con la cultura della destra neo e postfascista che è letteralmente questa cosa qua. Questo è l'humus dove è cresciuta anche Giorgia Meloni, un mondo fatto di un doppio registro: uno rivolto verso l'interno e costituito dal pantheon e dalla bibliografia che abbiamo appena passato in rassegna, l'altro calato in un mondo fatto di elezioni, preferenze, accordi, gestione del potere, dove si asserisce con convinzione di non aver mai avuto nulla a che fare con il fascismo e che quella è un’ossessione della sinistra.
Ora la destra identitaria rappresentata da Casaggì non vuole rinunciare a questa tradizione, non vuole spegnere il fuoco del testimone perché Fratelli d'Italia guida il Paese e tutto questo può generare un po' d'imbarazzo. Al contrario: punta a crescere e a stabilire la sua egemonia stabilmente sulle organizzazioni giovanile del partito, quelle che da cui viene selezionata la classe dirigente a cominciare dalle elezioni scolastiche, poi quelle locali e così via.