Benvenute e benvenuti alla puntata numero 60 di S’È DESTRA, la newsletter che ogni settimana racconta i protagonisti, le idee e le culture politiche delle destre in Italia e nel mondo. La scrivo io, che sono Valerio Renzi, in collaborazione con Fandango Libri. Di solito la newsletter arriva di venerdì, più raramente il sabato, ogni tanto anche la domenica come oggi perché comunque ho un sacco di cose da fare.
Oggi parliamo di come le culture wars della destra sempre di più da una dimensione esclusivamente ideologica, in Italia stiano producendo un impatto legislativo con il governo di Giorgia Meloni.
Non perdiamoci di vista: la mia mail è valrenzi@gmail.com, ho un profilo X e uno su Instagram.
Ora iniziamo!
La destra italiana è ormai un interprete di primo piano delle guerre culturali che, da metà del decennio scorso, abbiamo importato in larga parte dagli Stati Uniti e dal mondo anglosassone. Oggi che il centrodestra è tornato al governo, con un’agenda in larga parte figlia di questi conflitti, le posizioni maturate e definite nelle culture wars si stanno traducendo in azione legislativa e in nuove norme.
Ieri è stata approvata la legge di Fratelli d’Italia che definisce la GPA, la gestazione per altri, un “reato universale”, ovvero perseguibile in Italia anche se praticata in un altro paese. In Italia la GPA è già illegale, mentre è una pratica normata in molti paesi del mondo, quello che cambia è che ora saranno perseguiti anche quegli aspiranti genitori che ricorrono a questa pratica recandosi all’estero. La legge prevede una pena detentiva da tre mesi a due anni, e una multa da 600mila a un 1 milione di euro.
In un articolo pubblicato su il Post, Alessandra Pellegrini De Luca sottolinea come rendere la GPA reato universale “è una scelta soprattutto identitaria, pensata per il suo valore simbolico, con problemi di impostazione giuridica che rendono complicato immaginarne le conseguenze concrete in modo preciso, almeno per ora”. Prima di tutto a essere complicata è la definizione stessa di “reato universale”, che riguarda nell’accezione che andata imponendosi, la possibilità di perseguire quei gravi reati riconosciuti dalla giustizia internazionale, al di là del luogo dove sono stati commessi. Parliamo ad esempio del reato di genocidio, non di una pratica legale in tantissimi paesi! Se dall’opinione di tre giuristi interpellati nell’articolo l’applicabilità della legge rimane fumosa, senza dubbio questa rappresenta una vittoria politica della destra, ma ha anche un immediato effetto di dissuasione nei confronti di chi stava pensando di diventare genitore grazie alla GPA.
L’impressione che ho è che se per una prima fase la dimensione ideologica e polemica delle guerre culturali è stata predominante, oggi anche in Italia queste stanno passando dal solo agone mediatico e della propaganda a quello legislativo. È già accaduto negli USA, dove ora l'aborto è ora totalmente o quasi totalmente vietato in 26 stati degli Stati e sempre più libri accusati di promuovere la cosiddetta ideologia gender vengono rimossi dalle biblioteche pubbliche; è già accaduto in Russia da quando Putin ha sposato l’agenda conservatrice ortodossa, la conseguenza è stata un nuovo impianto legislativo a difesa della famiglia tradizionale e contro l’ideologia gender (ne abbiamo parlato qui).
Come a dire: fino a qualche anno fa la destra italiana non pensava davvero di limitare il diritto all’aborto. Se la destra non farà mai una legge sul fine vita e l’eutanasia, ora il rischio è faccia una legge per punire e perseguitare chi aiuta le persone a ricorrervi all’estero. Oggi invece le cose sono cambiate: alla destra non si accontenta di non fare una legge per normare la GPA in Italia sul modello di quelle di altri paesi, ma fa una legge per perseguire le coppie che vi ricorrono all’estero secondo la legge. Se le conquiste sul terreno dei diritti civili sembravano un piano ormai acquisito anche per la destra, le cui battaglie sui temi etici erano al massimo difensive e non prevedevano il poter tornare indietro, oggi non è più così.
L’offensiva su un tema come la GPA per la destra ha oggettivamente dei vantaggi politici, che proviamo ad elencare:
Prima di tutto si tratta di un tema difficile e oggettivamente controverso, sul quale esistono una grande gamma di sfumature e sensibilità e su cui avere un’opinione chiara e informata non è semplice;
in secondo luogo permette di segnare un punto con uno sforzo relativo potendo sbandierare un risultato da poter rivendicare con la propria base;
ideologicamente permette di consolidare un discorso propagandistico violentissimo in cui la sinistra è accusata di trafficare bambini, le femministe di sfruttare le donne, gli omosessuali e la comunità LGBTQ+ messa all’indice.
Questo è il risultato di una rinnovata centralità dei temi etici e che riguardano la sessualità nello scontro tra progressisti e conservatori, o se vogliamo tra destra e sinistra. Temi sui quali si è ricostruita un’ampia agenda ideologica conservatrice, agitata e organizzata da gruppi molto attivi e rumorosi, spalleggiata dai media della destra e utilizzata per polarizzare il dibattito dai leader politici. Il risultato è che non possono essere solo parole: i propri elettori e la propria base più attiva, mobilitata continuamente su questo terreno, si aspetta risultati.
La legge per rendere la GPA reato universale potrebbe essere dunque solo il primo di una serie di interventi legislativi che rispondono all’agenda delle guerre culturali.
D’altronde Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni hanno scelto di essere un soggetto molto attivo nell’organizzazione della difesa famiglia tradizionale, contro l’ideologia gender e l’ideologia woke (!), tanto da organizzare un inedito appuntamento l’European Congress of Families, che evidentemente nelle intenzioni vorrebbe sostituire come appuntamento pubblico il World Congress of Families, un logo che negli ultimi anni è stato accantonato in Europa, per i legami fortissimi tra l’evento e organizzazioni russe sponsorizzate dal Cremlino. L’appuntamento, finanziato da ECR il gruppo all’Europarlamento guidato da Giorgia Meloni, terminerà oggi Dubrovnik in Croazia, dal 18 al 20 ottobre prossimo. Ne ha parlato Jennifer Guerra su Fanpage.it, puntando i riflettori sull’evento passato decisamente in sordina sui nostri media nonostante quasi un terzo degli speaker siano italiani e la presenza della ministra della Famiglia Eugenia Roccella.
Ps. Sulla GPA, per approfondire e capire, consiglio il podcast di Chiara Lalli Affittasi Utero