Ciao e buon sabato!
Questa è l’uscita numero 71 di S’È DESTRA, la newsletter che racconta protagonisti, idee e storie delle destre in Italia e non solo. La scrivo io, che sono Valerio Renzi, in collaborazione con Fandango Libri.
State leggendo la seconda spuntata di Fascismo di silicio, la serie di questa newsletter dedicata al lato oscuro della Silicon Valley e all’avvento dell’amministrazione Trump-Musk. Insomma proviamo a capire che diavolo sta accadendo.
Oggi in particolare parliamo di Curtis Yarvin (aka Mencius Moldburg) e Nick Land, e di quella corrente di pensiero nota come Dark Enlightenment (o pensiero neoreazionario).
Ecco le prossime uscite:
Sabato 15 febbraio: Perché gli oligarchi sognano Marte
Sabato 22 febbraio: Progettare il futuro del mondo giocando a Sim’s City
Leggi anche:
Non perdiamoci di vista. Per qualsiasi cosa la mia mail è valrenzi@gmail.com, ho un profilo su X e uno su Instagram.
Ora partiamo.
Il Gran gala degli Elfi Oscuri
Nel weekend in cui si Donald J. Trump si è insediato come quarantasettesimo presidente degli Stati Uniti d’America, si è tenuto un gala in una delle stanze del prestigioso Watergate Hotel per festeggiare la vittoria. A organizzare l’evento in smoking e abito da sera la Passage Press, casa editrice conservatrice e reazionaria. Al Coronation Ball, secondo quanto reso noto da Politico, c’è anche anche Curtis Yarvin. Cinquantuno anni, con lo pseudonimo di Mencius Moldburg, è diventato noto per un oscuro blog intitolato Unqualified Reservations che getterà le basi per lo sviluppo dell’alt-right.
È difficile capire quale sia stata davvero l’effettiva influenza di Yarvin-Moldburg. Il blog cresce nell’anonimato, poi nel 2012 in rete viene reso noto il nome di chi si cela dietro Mencius Moldburg, e Yarvin inizia a difendere e propagandare le sue idee a viso aperto. In parte le sue idee hanno davvero fornito argomenti e ispirato l’ondata di estrema destra che ha contribuito alla vittoria del primo Trump, quanto l’esplosione delle violente guerre culturali degli anni dieci, dall’altra quando bisognava indicare l’ideologia dell’alt-right, era inevitabile rivolgersi a quanto si trovava scritto in Unqualified Reservations per trovare una risposta perché c’era molto poco di altro da leggere. In sintesi penso che le tesi del blog dell’ex ingegnere informatico abbiano avuto un peso, ma che questo sia stato effettivamente sopravvalutato.
Quel che è certo è che Peter Thiel (a cui abbiamo dedicato la prima puntata di questa serie), ha frequentato Yarvin e ammesso che la sua visione del mondo è stata decisamente influenzata dal suo blog. E proprio il vicepresidente J.D. Vance, sostenuto da Thiel fin dai tempi del suo primo mandato da senatore, ha affermato di essere stato ispirato dai testi di Mencius Moldburg nel corso di un podcast, per poi proporre la sua ricetta per l’amministrazione federale molto simile a quella che nel 2012 Yarvin presentò come RAGE (Retire All Government Employees): "Penso che Trump dovrebbe fare, se gli dessi un consiglio: licenziare ogni singolo burocrate di medio livello, ogni dipendente pubblico nello stato amministrativo e sostituirli con la nostra gente. E quando i tribunali ti fermano, presentati di fronte al paese e di': 'Il giudice capo ha emesso la sua sentenza. Ora lascia che la applichi'".
Ecco cosa ha detto solo qualche giorno fa al giornalista di Politico Ian Ward lo stesso Yarvin: "Ogni volta che i vecchi repubblicani volevano fare qualcosa, era come il tizio sfigato che chiedeva un appuntamento alla reginetta del ballo di fine anno: erano solo terrorizzati dal fatto di chiedere e che la risposta sarebbe stata "no". Quell'atteggiamento non sembra essere presente qui". Il teorico del movimento neoreazionario sta insomma dicendo che, rispetto alla primo mandato di Trump, qualcosa è cambiato: per la prima volta il presidente sembra davvero disposto ad accentrare maggiore potere nelle mani dell’esecutivo, disarticolando i poteri del congresso ma soprattutto dell’amministrazione federale, dei suoi uffici e agenzie. Insomma sembra voler prendere il comando, accentrare il potere, fregarsene dei pesi e dei contrappesi: il cesare rosso di cui ha parlato Leonardo Bianchi nella newsletter di Iconografie.
Se Yarvin si schernisce, spiegando di aver incontrato J.D. Vance una sola volta, e di non avere un vero rapporto con lo stato maggiore del trumpismo, non nega che essere un elfo oscuro possa avere dei grandi vantaggi in questo momento a Washington D.C., di più afferma che molti elfi oscuri stanno entrando ora come quadri di medio e basso livello nell’amministrazione. Ma cosa intende con “elfo oscuro”? Utilizzando una metafora dall’universo, Signore degli Anelli considera gli elfi i membri delle élite che mandano avanti il governo e la macchina amministrativa, mentre gli hobbit sono il popolo. Il populismo nazionalista di Trump è un’ideologia che costringe gli elfi alla fine a dipendere dagli hobbit per il proprio consenso e potere, anche quelli che hanno rotto con la cultura liberal di cui sono intrisi. Per questo l’area MAGA non è sovrapponibile al progetto neoreazionario. Gli elfi oscuri sono quelli convinti che sia giunta l’ora di liberare il proprio potere dal consenso e dalla minaccia degli hobbit. Liberarsi del popolo sovrano insomma.
Quello che Yarvin registra parlando con Politico è che se prima essere un elfo oscuro non era necessariamente un vantaggio, oggi invece lo è: “C'è un cursus honorum, un percorso standard da seguire. Se vuoi lavorare nel governo, vai ad Harvard, poi vai a Washington per fare uno stage; apri la posta delle persone, fai carriera nello staff dopo 10 anni; non scrivi esattamente la legislazione, ma influenzi la direzione della legislazione, et cetera. È una cosa davvero dura. E poi ecco questi ragazzi e ragazze che in virtù della lettura di Curtis Yarvin alle medie trovano lavoro più facilmente (…) Il percorso da "Sono un elfo oscuro anticonformista" a "Ho una posizione in questa amministrazione" è improvvisamente tipo, "Wow, c'è molta meno concorrenza".
The Dark Enlightenment
Se il magnate della Silicon Valley Peter Thiel ha pronunciato la famosa frase “Non credo più che la democrazia sia compatibile con la libertà”, questa massima può sintetizzare anche l’ideologia costruita su Unqualified Reservations. Se c’è qualcosa di originale nel suo pensiero infatti, sotto gli strati di ironia, le lunghe e apparentemente strambe allegorie sulla base di mondi fantasy o sui più noti romanzi di sci-fi, il trolling del politicamente corretto, è la pretesa di costruire un’ideologia radicalmente antidemocratica e antiegualitaria. Al contrario però dei tradizionalisti e dei reazionari che sognano la restaurazione di un antico ordine, o che si rifanno a principi irrazionali o mistici (come ad esempio Julius Evola), i neoreazionari pretendono di basare il loro nuovo ordine su elementi assolutamente razionali. Per questo parlano di illuminismo oscuro: la pretesa di fondare la società sull’uguaglianza degli uomini, il disconoscimento della vera natura dell’essere umano dietro l’artificiosità del diritto, lungi da rappresentare un elemento di razionalità, è invece quanto di più stupido possa esistere. Non si tratta di “sangue e suolo”, quanto di semplice calcolo utilitaristico.
Se l’unica legge è quella del più forte, allora è il caso che le avanguardie di questa nuova destra prendano sul serio il tema del potere. Yarvin infatti parte da posizioni libertarie piuttosto classiche, ovvero dalla difesa della libertà individuale come tutela della libera iniziativa dell’individuo contro qualsiasi ingerenza dello Stato, ridotto alle sue funzioni di polizia nei confronti di chi minaccia la libertà di arricchirsi a discapito degli altri. Ma fa un passo in avanti: non basta depurare la democrazia dalle politiche “socialiste", il problema è proprio la democrazia!
Come osserva Joshua Tait in un saggio dedicato agli scritti di Unqualified Reservations: “Per molti versi, Moldbug rimane fedele all'ibertarianismo radicale, ma ritiene che il libertarismo abbia fallito perché presuppone l'ordine. Senza ordine, l'agitazione per la libertà crea caos e violenza, che inibiscono la libertà molto più di quanto faccia lo Stato. Dando priorità all'ordine sopra ogni cosa, Moldbug si è lasciato alle spalle Mises e Rothbard, persino Hoppe e Burnham, e ha abbracciato la reazione”. Non è un caso che guardi con simpatia al Cile di Augusto Pinochet, come laboratorio di applicazione del nuovo ordine neoliberale, in assenza dell’odiata democrazia liberale.
Nella costruzione del suo pensiero, post dopo post, Moldbug non si accontenta di prendersela con la destra mainstream e di scandalizzare con le suo posizioni estremiste nei confronti della questione razziale (con una certa predisposizione all’eugenetica: il punto ovviamente non è il colore della palle ma il QI della popolazione afrodiscendente), ma prova a mettere in campo una parte costruens. Certo bisogna riconoscere che le sue intuizioni per aggredire il campo progressista e le idee egualitarie sono state importantissime; una su tutte è stato proprio il suo blog a rendere popolare la metafora della red pill dal film Matrix, diventata comune all’alt-right, all’universo della maschiosfera e incel, non credo però sia stato questo il suo contribuito più importante al campo ideologico della destra antiegualitaria.
Yarvin/Molburg, immune da qualsiasi nostalgia per qualche ordine passato o età dell’oro perduta, si proietta nel futuro immaginando un nuovo ordine autoritario dove la democrazia è appannaggio di un ristretto ambito di cittadini-azionisti. Sintetizza ancora Tait: “Poiché il sistema più ordinato è una struttura di comando unitaria con una chiara gerarchia, il modello di Moldbug per un nuovo ordine politico è la corporazione. Propone che lo stato venga privatizzato per incentivare la governance che massimizza i profitti da parte degli "azionisti" (grandi proprietari) che votano per un CEO-monarca. Più Steve Jobs che Enrico VIII, il monarca ha autorità assoluta ma serve a piacimento degli azionisti. Moldbug chiama questo regime di monarchia aziendale "neocameralismo". Limitando la politica a questo ristretto ambito, Moldbug pensa che si crei spazio per un paradiso libertario”.
Leggendo queste righe difficile non pensare a questa immagine della cerimonia di insediamento di Donald Trump:
Nick Land: il funzionario del nuovo ordine
Come è noto uno dei libri più influenti degli ultimi decenni La fine della storia e l'ultimo uomo di Francis Fukuyama, è ispirato nella sua tesi centrale da Alexandre Kojève e dalla sua lettura del pensiero di Hegel, che lo porterà per l’appunto a teorizzare l’avvento di una società post storica (no: non è proprio questo il momento di approfondire, ma se volete ecco qua). Sul piano individuale la conseguenza di questa consapevolezza fu la scelta di non dedicarsi più alla filosofia, per prendere servizio come alto funzionario nella burocrazia dello stato francese, occupandosi in particolare modo della nascente architettura dell’Unione Europea (nella quale forse vedeva il prodromo dello Stato universale omogeneo da lui immaginato).
In modo non dissimile Nick Land si è ritirato dalla vita pubblica, andando a vivere in Cina dove scrive per conto del Partito Comunista, mettendosi a disposizione di quel regime politico che ritiene più prossimo alla razionalità tecnologica e artificiale che ritiene un destino ineluttabile. Protagonista della leggendaria CCRU (Cybernetic Culture Research Unit) dell’università di Warwick, dove muoveranno i primi passi Sadie Plant e Mark Fisher, Land sarà uno dei padri dell’accelerazionismo, rappresentandone infine la traiettorie che finirà all’estrema destra. Il filosofo di origine inglese è considerato non solo un autore di culto, ma anche uno degli esponenti dell’illuminismo oscuro che stiamo discutendo.
Per scoprire l’itinerario intellettuale di Land vi rimando a questo episodio del podcast Fuori Da Qui di Simone Pieranni:
Quello che qua ci interessa è vedere come il fondatore della CCRU, proprio entrando in risonanza con i testi di Meldbug, abbia costruito la sua visione razzista, pessimista e a tratti apocalittica del futuro. A differenza di Yarvin però si tiene ben lontano dal dibattito politico, anche se il dibattito politico si occupa spesso di lui: diventato un punto di riferimento dell’alt-right, le sue suggestioni più radicali sono diventate fonte d’ispirazione per diversi attentatori suprematisti che dicono accelerazionisti.
Chi conosce l’opera di Land leggendo The Dark Enlightement (Imperium Press 2013) non potrà che uscirne depresso. Seppure la scrittura del filosofo era diventata negli anni sempre più allucinata, incomprensibile, ermetica e sperimentale, era senza ombra di dubbio opera di una persona colta, che tentava di trovare nuove strade anche se con il rischio di incappare in qualche vicolo cieco. Il libretto citato invece è invece un manifesto politico a puntate, un compendio delle idee di Meldbug citate per migliaia di battute e rimasticate. Un’opera di originalità, che ripropone i grandi topos del razzismo scientifico presentandoli come evidenze empiriche. Se c’è proprio un aspetto che Land approfondisce e radicalizza di quello che scopiazza dal blog di Yarvis, è proprio quello razziale pure prendendone formalmente le distanze. Al termine della sua “lunga digressione” contro La Cattedrale (ovvero il sistema politico/culturale descritto da Meldbug che altri chiamerebbero “marxismo culturale”), presenta il suo “orizzonte bionico”. Quando natura e cultura si fondono, quando siamo di fronte a una nuova “fase evolutiva”, l’eugenetica è il futuro di una umanità indistinguibile dalla forma tecnologica che è pronta a plasmarla. L’accelerazionismo di Land gli permette di superare la “dialettica razziale”, per immaginare un futuro in cui ristrette élite sviluppano le proprie capacità in maniera prima imprevista grazie all’eugenetica e alla tecnologia, non limitandosi certo a preservare il patrimonio genetico della “bianchezza”. Una super razza evidentemente destinata a governare.
Dalla sua casa di Shangai, dove scrive articoli compilativi per il PCC, quella che è stata riconosciuta a lungo come una delle menti più brillanti della sua generazione, è finita a scrivere pensierini confusi e un po’ banali. Dell’opera di Meldbug non ha neanche la sferzante ironia, né gli strati di nerd culture. Mentre Kojeve aveva rinunciato alla filosofia per prestare servizio nell’edificazione di quello che giudicavo l’orizzonte ultimo dello sviluppo sociale, Land attende che le sue profezie di avverino limitandosi a giustificare l’odio contro i poveri, gli emarginati, le classi subalterne e quelle pericolose, le persone razzializzate e discriminate.