Ciao e bentrovat3!
Spero che abbiate goduto della pausa natalizia, tirando un po’ il fiato dal tran tran quotidiano. Io l’ho fatto, e questo ha voluto dire mandare in vacanza anche la newsletter. Ma ora il 2025 è arrivato e non ci sono più tante scuse, quindi eccoci qua all’uscita numero 68 di S’È DESTRA.
Intanto vi segnalo una cosa che ho scritto questa settimana su Fanpage.it:
Poi: il 5 gennaio ho inviato una mail a Tiziana Triana, la direttrice editoriale di Fandango Libri. Ecco la prima pagina dell’allegato, un file docx di 70 pagine scritte in Times New Roman 12:
Quindi possiamo dirlo: a maggio dovrebbe arrivare in libreria il nuovo libro, se tutto va bene.
Oggi parliamo di quanto Elon Musk con il suo attivismo sta cambiando le cose velocissimamente, e il governo di Donald Trump ancora non si è ufficialmente insediato.
Non perdiamoci di vista. Per qualsiasi cosa la mia mail è valrenzi@gmail.com, ho un profilo su X e uno su Instagram.
Ora partiamo.
Joseph Overton è morto a 43 anni in un incidente aereo. Sociologo statunitense, non ha fatto in tempo a vedere la sua teoria diventare molto popolare. La cosiddetta Finestra di Overton è quello spazio nel quale un’idea è ritenuta accettabile dalla società, e quindi può passare dal dibattito pubblico e mediatico ad avere una sua concretezza. È anche un modello con cui verificare come un’idea considerata prima impensabile, finisca per diventare all’interno di una data società prima largamente riconosciuta e poi realtà. Un percorso che vale per le idee progressiste (esempio: il suffragio universale), quanto per le idee conservatrici o fasciste (esempio: le leggi razziali).
Come collocare le proprie idee, proposte e visioni del mondo nella Finestra di Overton è il cruccio a cui si dedicano think tank, gruppi di pressione, partiti politici, movimenti di ogni genere.
Ho passato le ultime due settimane a leggere ogni cosa scrivesse su X o dichiarasse Elon Musk. E l’unica immagine che mi è venuta in mente per descrivere quello che sta accadendo è stata: “Elon Musk ha scassato la Finestra di Overton”. Lo spostamento di un’idea da “impensabile” a “sensato”, è spesso lungo decenni, o almeno anni. L’accelerazione che il fondatore di Tesla ha invece impresso, spostando quello che fino a qualche settimane fa sembrava assurdo a normale, e quello che sembrava impossibile a dati di fatto, credo sia oggettivamente una novità .
Brevissimo riassunto delle puntate precedenti.
In questi ultimi anni la Silicon Valley si è spostata su posizioni di estrema destra, e molti protagonisti del capitalismo digitale e delle piattaforme che già nel 2016 avevano espressamente appoggiato Donald Trump, hanno conosciuto una ulteriore radicalizzazione politica. Tra di loro Elon Musk “uomo più ricco del mondo”, proprietario di Tesla, SpaceX e del social network X una volta conosciuto come Twitter.
L’investimento in politica di Musk è iniziato proprio con l’acquisto di Twitter per la cifra astronomica di 44 miliardi di dollari di dollari nel 2022. Il magnate chiarisce subito di averlo fatto perché stanco della censura, della cancel culture e degli attivisti woke. Musk licenzia il management di Twitter e buona parte dei dipendenti con una email, poi si dedica a riattivare gli account di complottisti, neonazisti, razzisti e antisemiti in nome del free speech.
Proprio dalla suo account su X Musk inizia a condividere sempre più contenuti di estrema destra, oltre a fare pubblicità ai progetti delle sue aziende, e si fa vedere sempre più spesso a meeting politici (nel 2023 è ospite di Atreju e di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi). È difficile capire dove finisce l’attivismo politico e inizi gli affari delle, anche perché nella sua visione del mondo le cose sono strettamente intrecciate, anzi sono indistricabili.
Ma è nell’ultima fase della campagna elettorale di Trump che le cose, come detto, prendono una decisa accelerazione. Musk diventa il braccio destra di The Donald, arrivando a presentarsi come il leader del Dark Maga (dove MAGA sta per Make America Great Again, il famoso slogan del trumpismo), ovvero un complesso sottobosco fatto di meme, teorie del complotto, schegge di QAnon ed estremisti politici che rappresenta la frangia più aggressiva ed estremista dell’attivismo pro Trump, in particolare online. Il Dark Maga è diventato mainstream dopo l’attentato fallito del 13 luglio 2024.
Dopo la vittoria, il nuovo presidente chiarisce subito che il Ceo di Tesla avrà un ruolo nel suo futuro governo. In particolare sarà responsabile di una pesante cura dimagrante per la burocrazia e gli apparati federali: meno regole, meno burocrazia, meno Stato. L’ufficio di Musk si chiamerà Department of Government Efficiency, ovvero DOGE, proprio come la sua criptovaluta, il cui logo si rifà l cui logo si rifà a uno dei meme più famosi di internet, quello del doge per l’appunto, il cui protagonista è una cane shiba.
Musk che è una specie di vice Trump, e che compare al suo fianco pressoché in ogni occasione pubblica e privata, dai comizi al capodanno nella villa di Mar a Lago, comincia ad aumentare esponenzialmente il suo interventismo aprendo un fronte nuovo ogni giorno. Ora non si limita più a retwittare in modo sfrenato contenuti e account complottisti, ma guida vere e proprie battaglie su scala globale.
Ci troviamo così con l’uomo più ricco del mondo, presto con un ruolo importante nell’amministrazione presidenziale e con in mano importanti strumenti di pressione come il sistema di internet satellitare Starlink, che tramite il social network di sua priorità, tenta di influenzare la politica interna di diversi stati, spostandola sempre più a destra. Questa è una novità con cui dovremmo fare i conti, una concentrazione di potere abnorme, utilizzata senza tenere conto di nessuna delle regole della politica a cui siamo abituati.
In particolare Elon Musk ha deciso di misurare il suo potere d’influenza sostenendo gli estremisti di destra di Alternative für Deutschland alle prossime elezioni. Il partito, dato in crescita nei sondaggi dopo i successi importanti in diversi Land dell’ex Germania Est, punta a essere la seconda forza politica del paese. Il proprietario di X dopo aver scritto che “solo AfD può salvare la Germania”, ha tenuto lo scorso 9 gennaio una live stream di 45 minuti con la candidata alla cancelleria Alice Weidel. “Per la prima volta posso parlare in modo sensato senza ostilità. In Germania sarei stata denigrata dai media”, ha esordito la leader dell’estrema destra. Nel corso della loro chiacchierata Weidel ha tirato fuori tutti gli argomenti tipici del suo repertorio (il no all’immigrazione e l’impossibilità di assimilare molte comunità di immigrati; negato il cambiamento climatico; sparato le solite cose sui “dubbi” sui vaccini) e aggiunto una variazione sul tema (“Hitler non era di destra, era comunista”), mentre il suo interlocutore si è lamentato della troppa burocrazia incontrata per aprire una fabbrica di Tesla in Germania.
Ma il futuro capo del DOGE non spinge solo per un regime change in Germania, è tutto il Vecchio Continente che sembra rappresentare la sua ossessione. Nel suo discorso i limiti all’azione delle sue aziende in Europa sembrano in qualche modo inscindibili dai guai della democrazia liberale, del multiculturalismo e del progressimo. La campagna più aggressiva di queste settimane Musk la sta portando avanti contro il premier inglese Keir Starmer e il governo laburista. Prima ha iniziato a condividere i contenuti del neofascista Tommy Robinson. Una lunga fedina penale fatta di denunce e condanne, l’ultimo guaio giudiziario che lo riguarda lo vede sotto accusa per aver diffuso informazioni false sull'autore dell'aggressione e dell’accoltellamento di Southport, che ha portato alla morte di 3 bambini e al ferimento di altre 10 persone (la maggior parte delle quali bambine), scatenando così le rivolte dell’estrema destra.
Questa estate commentando le rivolte inglesi, Musk aveva detto che una guerra civile sarebbe stata inevitabile a causa dell’immigrazione in Europa. Ora sta portando avanti una forsennata campagna attorno al fenomeno di alcune bande di stupratori che hanno operato negli scorsi anni in Inghilterra, un fenomeno contro cui le autorità (e all’epoca lo stesso Starmer da procuratore generale) avrebbero agito in maniera blanda per evitare tensioni, vista l’appartenenza della maggior parte dei membri di questi gruppi alla comunità pachistana. Un vecchio caso, in cui le cose non stanno proprio come dice il padrone di X, ma che è perfetto per usare il manuale del buon razzista: orde di uomini neri che violentano bambine bianche, senza che la società ormai rammollita dall’ideologia immigrazionista riesca a intervenire. L’obiettivo dichiarato di Musk (che è arrivato a chiamare Starmer “diavolo”), è quello di portare al potere Reform UK di Nigel Farage, a cui ha promesso 100 milioni di dollari di contributo. Per farlo non ha esitato a parlare di “centinaia di migliaia di bambine” inglese violentate.
Mentre il suo campione si dedicava a spostare a destra l’estremo continente e a vendere Starlink in giro, Trump ha ingannato il tempo in attesa dell’insediamento chiarendo di voler far diventare il Canada uno stato degli Usa, di voler annettere la Groenlandia e assumere il controllo del canale di Panama e, già che c’era, di ribattezzare il Golfo del Messico in Golfo dell’America. Dichiarazioni e programmi rafforzati dai post e dai meme di Musk.
L’aggressività del duo Musk-Trump ha disegnato in pochi giorni un’agenda politica e un dibattito pubblico cupo e violento. La Finestra di Overton ha subito uno scossone, catapultandoci in territori inesplorati. Chi lo ha capito è stato l’altro magnate del capitalismo delle piattaforme Mark Zuckerberg che, con un videomessaggio a sorpresa, si è subito allineato spiegando che per i social di Meta è finita l’epoca della censura e del fact checking: Facebook e Instagram torneranno presto a essere territorio fertile per teorie del complotto, razzisti e antisemiti, proprio come X.
Marco Bascetta su il manifesto del 7 gennaio ha scritto una riflessione credo fondamentale:
Bisogna tuttavia evitare di lasciarsi distrarre dalla trivialità aggressiva e perlopiù puerile, che caratterizza il dibattito e lo scontro politico sui social media. Non siamo di fronte ad alcuna regressione, men che meno a peccati di ingenuità, ma ad una arena nella quale si stabiliscono concretamente dei rapporti di forza. L’economia immateriale conferisce a gran parte delle sue merci una dimensione politica e la politica stessa è divenuta la sua merce più importante, un dépliant illustrativo del più desiderabile dei mondi.
Ragionare oggi sul rapporto tra economia e politica fuori da questo contesto ambientale è uno sterile esercizio senza esito. I tradizionali rapporti di pressione e scambio tra lobby, potentati economici e potere politico non sono certo scomparsi, ma in prospettiva non sono più dominanti di fronte a forme di vera e propria sovrapposizione tra tecnologie della comunicazione e organizzazione politica.
E ancora:
Se andiamo ad esaminare i post con i quali Musk, ascoltato dai suoi 200 milioni di follower, aggredisce e insulta ripetutamente leader ed esponenti politici della parte avversa, (da Scholz a Starmer a George Soros) o esalta le formazioni dell’estrema destra (…) Pretende un’adesione immediata e senza distinguo. Simula un’interazione e una partecipazione che non esistono nella realtà mentre esercita dall’alto un potere di controllo e di condizionamento che incontra ben pochi ostacoli. Le merci si dispongono nel disegnare una precisa idea di società che poi si offre a sua volta sul mercato politico e commerciale come la più appetibile delle merci.
Per Bascetta si tratta del passaggio dal capitalismo delle piattaforme a un fascismo delle piattaforme, in grado di approdare a un sistema dichiaratamente oligarchico.
Se i nuovi oligarchi stanno accelerando per costruire le basi del loro potere, dall’altra parte le vecchie élite appaiono inermi e all’orizzonte un nuovo progetto socialista ed egualitario tarda ad organizzarsi all’altezza della sfida, a trasformarsi in forza.
(Una sentimento che mi va di condividere: leggendo il pezzo ampiamente citato sopra ho pensato a quanto ci sarebbe stata utile la riflessione e la parola di Benedetto Vecchi)
Grazie