Elon Musk a Roma
Come l'uomo più ricco del mondo, sempre più punto di riferimento dell'alt-right, è finito a Palazzo Chigi a dettare l'agenda, per tramite di un giornalista influente e di un talentuoso informatico.
Siamo arrivati alla sedicesima puntata di S’È DESTRA, la newsletter che ogni venerdì racconta l’Italia ai tempi del governo della destra destra.
Avrei voluto raccontarlo prima della pausa estiva ma visto che si è presentata l’occasione eccoci qua: da settembre la newsletter seguirà probabilmente due filoni paralleli di ricerca oltre l’attualità. Il primo indagherà gli immaginari, i progetti e le visioni politiche che emergono dalla destra della Silicon Valley, il secondo il rapporto tra la destra e le questioni ecologiche e ambientali. Non so ancora bene come funzionerà.
L’uscita di oggi anticipa qualche tema con il protesto ghiotto della surreale visita di Elon Musk a Roma, da viaggio di piacere con intervista a visita ufficiale a Palazzo Chigi.
Grazie come sempre a Fandango Libri per il sostegno. La casa editrice ha edito anche il mio libro Fascismo Mainstream, e speriamo presto di annunciare una nuova pubblicazione.
Se ancora non l’hai fatto:
In questo video pubblicato su Twitter si vede la Tesla bianca su cui viaggiava Elon Musk imbottigliata nel traffico di Roma all’altezza della Stazione Termini. Il magnate della Silicon Valley è arrivato con qualche minuto di ritardo a Palazzo Chigi dove era atteso da Giorgia Meloni. Gli ingorghi nell’ora di punta della capitale non perdonano e, anche se è stato accolto come un capo di Stato per Elon Musk niente corteo di auto blu con scorta. Il protocollo in effetti non lo contempla.
[Inciso: il video non lo posso embeddare perché Twitter e Substack hanno litigato. Musk ha rosicato per il lancio di Notes. Poi ha rosicato della piattaforma che sta studiando Meta simile a Twitter. Zuckerberg e Musk proprio in queste ore si sono sfidati a pugni]
Di ritorno dalla Cina il proprietario di X Space, Tesla e Twitter ha cominciato il suo tour in Europa a sorpresa dall’Italia, dove non era pubblicamente atteso. Negli incontri con i vertici del governo ha parlato di affari e non solo. Musk preme per avere mano libera per le sue aziende. “Penso che in Europa ci sia un accumularsi eccessivo di regole e leggi, una volta che queste vengono create diventano immortali ma gli esseri umani non sono immortali. L’Europa è come il gigante di Gulliver, legato a terra da troppi lacci e lacciuoli. Penso che eliminarne qualcuno sia una questione logica, nemmeno ideologica”.
Non a caso prima di incontrare la premier Giorgia Meloni si è visto con Antonio Tajani, il quale non ha mancato di chiarire come l’Italia vuole i soldi e le fabbriche di Musk (ma deve mettersi in fila a occhio e croce). “Abbiamo parlato di politica industriale, di auto elettriche. Gli ho detto che l’Italia è il miglior Paese in Europa per investire, se fosse interessato a investire”, ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri.
Per la classifica 2023 di giugno 2023 del Bloomberg Billionaires Index parliamo dell’uomo più ricco del mondo. Niente di strano che i governanti provino ad acchiappare i suoi investimenti, del tutto normale che l’imprenditore promuova in cambio le condizioni migliori per le sue aziende.
Ma Musk non si è limitato a questo. Tenendo fede alla sua immagine di eccentrico e innovatore, di visionario e di uomo che vuole salvare o rivelare la strada all’umanità, ha parlato anche di politica. Soprattutto perché come vedremo non è arrivato a Roma a Palazzo Chigi propriamente secondo i canali ufficiali.
In particolare Elon Musk ha parlato di natalità, di cambiamenti climatici, della sua filosofia e delle sue idee per il futuro dell’umanità. Oltre alle dichiarazioni fatte flirtare alla stampa e un’intervista al Tg1, ha concesso soprattutto un’intervista di circa venti minuti a Nicola Porro andata in onda su Rete 4 a Quarta Repubblica. Un gioco di sponda tra la destra di governo e il suo complesso mediatico, che ha fatto capire bene quanto Musk sia diventato un punto di riferimento da quelle parti.
Secondo il retroscena di Nicola Porro (su “Zuppa di Porro” del 16 giugno 2023) però non è stato lo staff di comunicazione di Chigi a portare a Quarta Repubblica l’ambita esclusiva, ma piuttosto il contrario. Musk che era diretto a Parigi a parlare con Emmanuel Macron, ma ha accettato di atterrare nella capitale italiana prima di dirigersi Oltralpe, grazie all’invito di Andrea Stroppa. Si tratta di un giovanissimo informatico, prodigio dei computer e collaboratore di Musk (qui trovate un suo profilo) su un’idea proprio del giornalista di Rete 4. Sono Porro e il suo amico a portare dunque Musk da Giorgia Meloni, dove è ricevuto come un amico.
Maniche di camicia, su una terrazza romana scontata quanto bella, Musk parla con tono amichevole e informale con il più libertario tra i giornalisti della destra italiana. Il sole picchia che l’estate è finalmente arriva e chiede di spostarsi, scherza da una mano alla troupe. Beve una Coca Cola Zero. “Il sole mi fa venire il naso rosso, poi devo andare in giro che sembro un pomodoro”.
Musk per prima cosa lancia l’allarme sulla natalità. Lo avrebbe fatto nei colloqui con la politica, e lo ha fatto sulla terrazza con Porro. “Dovete fare figli! È un problema globale”, esclama. Poi lancia l’allarme estinzione: “La tendenza è questa. Se si estrapolano le tendenze attuali, l’andamento è in quella direzione. Non solo, se non invertiamo la rotta, l’Italia scomparirà. Credo che l’anno scorso in Italia siano morte il doppio delle persone rispetto ai nuovi nati. Questo è quello di cui mi voglio occupare”. Gli immigrati sono una soluzione? Ovviamente no. Altrimenti Musk non sarebbe più stato tanto applaudito: “Non penso che l’immigrazione possa risolvere i problemi del mondo solo perché qualcuno fa figli. Francamente penso che si tratti più di una questione morale, nel senso, è giusto chiedere ai figli di qualcun altro di prendersi cura di te quando sarai vecchio?”. Poi arriva la supercazzola: “Tutti noi abbiamo un po’ di consapevolezza nella nostra testa e, insieme, abbiamo anche una consapevolezza collettiva. Dal momento che la popolazione diminuisce, si riduce anche questa consapevolezza collettiva e riduciamo la nostra capacità di comprendere la natura dell’universo”. Dovete fare i figli per non estinguervi, ma anche per alimentare una specie di super cervello composto da tutte le nostre coscienze.
La destra della Silicon Valley parla la stessa lingua della destra sovranista europea, che ora scopre che non tutti i miliardari americani sono come George Soros.
Il fondatore di Tesla ovviamente non può parlare male delle auto elettriche. È ovviamente a favore della transizione alle rinnovabili, ma attenzione: “Onestamente, penso che la discussione sul cambiamento climatico si sia spinta troppo oltre e lo dico da persona molto attenta al clima”. E quindi: “Noi vogliamo davvero muoverci nella direzione dell’energia sostenibile. Vogliano propendere per l’energia sostenibile. Ma non per questo dobbiamo distruggere lo stile di vita delle persone o diventare infelici”. Musica per le orecchie di Porro. Musk poi non cita mai l’azione umana in relazione ai cambiamenti climatici, dice solo che bisogna adattarsi, d’altronde è già successo sostiene: “Consiglio a tutti di andare a leggere la storia della terra, che ha attraversato numerosi cicli. Ci sono state epoche in cui la terra era come una palla di neve. Epoche in cui era come una palla di neve e altre in cui era estremamente tropicale. La maggior parte di questi cicli sono molto lunghi. Occorrono migliaia di anni o decine di migliaia di anni perché si verifichino”. A guidare dunque sono il profitto e la difesa dello stile di vita dei più ricchi, a discapito evidentemente di tutti gli altri. Un vero manifesto dell’inattivismo.
Non poteva mancare l’elogio di Musk alfiere della libertà di parola e di pensiero che vorrebbe garantire con l’acquisto di Twitter. Peccato che, dopo aver restituito gli account a Donald Trump e una lunga schiera di voci del suprematismo e dell’alt-right, proprio subito dopo aver concesso l’intervista, abbia annunciato che le parole “cis” o “cisgender” saranno bandite. "Le molestie ripetute e mirate nei confronti di qualsiasi account causeranno, come minimo, sospensioni temporanee agli account molesti. Le parole "cis" o "cisgender" sono considerate insulti su questa piattaforma", ha twittato.
"Ieri, dopo aver postato un Tweet dove spiego che rifiuto la parola ‘cis' e non desidero essere chiamato così, ricevo una serie di messaggi da attivisti trans che mi chiamano "cissy" e mi dicono che sono ‘cis' "sia che o no mi piace”. Immagina solo se i ruoli fossero invertiti”. Aveva cinguettato il miliardario il giorno prima. Subito corre a dargli il cinque J. K. Rowling, autrice di Harry Potter, la scrittrice vivente più influente e di maggior successo al mondo, da anni ormai al centro di una guerra culturale che la vede opposta al transfemminismo e la comunità Lgbtq+, punto di riferimento dei network Terf (Trans Exclusionary Radical Feminist).
Niente di cui stupirsi. Musk è espressione di subcultura della Silicon Valley degli anni zero - di cui l’esponente più radicale è senza dubbio Peter Thiel di Paypal - in cui i nuovi miliardari del capitalismo digitale, lungi da legare capitalismo e democrazia come vorrebbero i dettami della fine della storia, sono apertamente ostili alla democrazia e al suo potere di limite dell’iniziativa privata e regolatrice in qualsiasi campo, e immaginano ad esempio di costruire società a cui si può liberamente aderire comprando una propria quota di azioni guidate da un Ceo. La visione del mondo dell’estrema destra da almeno 15 anni è diventata maggioritaria tra le élite della Silicon Valley, dove una l’anarcocapitalismo o il liberartarianesimo cede sempre più il passo al suprematismo e a progetti di esplicita secessione dei ricchi. Questi miliardari sono ossessionati dal crollo della civiltà e, invece di pensare a come garantire a tutti un futuro sulla terra, costruiscono bunker e sognano enclave per ricchi su complessi di isole. L’escapismo dei super ricchi è ben raccontato da Douglas Rushkoff nel suo ultimo libro (che ho recensito qua), e Musk è della corrente che vuole andare su Marte: “Con SpaceX possiamo rendere la vita multiplanetaria. È questo il motivo per cui, in tutta onestà, i nostri razzi sono sovraprogettati per mettere solo dei satelliti in orbita. Possono fare molto di più. Perché stiamo cercando di sviluppare la tecnologia per dare vita a una civiltà autosufficiente su Marte”.
Subito dopo Roma Musk è andato a Parigi. Qui ha parlato con il presidente Emmanuel Macron in incontro ufficiale e non a sorpresa, già preceduto da un altro meeting lo scorso 15 maggio. Al centro la nuova giga factory di Tesla che dovrebbe sorgere in Francia, ma anche lo sviluppo, i rischi e la regolazione dell’Intelligenza Artificiale. Nessun titolo di giornale che parlava di natalità o di andarci piano con il clima, nessun influente giornalista di destra che riempie l’agenda del Presidente del Consiglio per tramite dei suoi amici.