Benvenute e benvenuti alla puntata numero 57 di S’È DESTRA, la newsletter che ogni settimana racconta i protagonisti, le idee e le culture politiche delle destre in Italia e nel mondo.
La scrivo io, che sono Valerio Renzi, in collaborazione con Fandango Libri. Oggi parliamo del generale a riposo Roberto Vannacci. Protagonista assoluto del dibattito pubblico dell’ultimo anno, a partire dal libro in origine auto pubblicato su Amazon “Il Mondo al Contrario”.
L’eurodeputato, eletto come indipendente nelle liste della Lega, ha dato vita alla prima riunione dei vannacciani a Viterbo, che a dire il vero è stato un mezzo flop. Qui vogliamo spiegare perché la rivoluzione di Vannacci potrebbe essere solo rimandata.
Iniziamo!
Per diventare socio del Comitato Il Mondo Al Contrario basta andare sul sito e spendere 30 euro. In tutto 3 click. Scegliendo di aderire si afferma di riconoscersi nel best seller del generale Roberto Vannacci.
Nella sezione “I nostri ideali” sono sintetizzati quattro punti. Leggiamoli:
1. Rimettere in sesto il sentimento fraterno della Nazione e riscoprirne la tipicità. Dal maestoso rintocco di campanili centenari all’odore del pane fresco al mattino, riscoprire quell’incredibile ricchezza di secoli di vicende, tradizioni gelosamente custodite, conquiste e sacrifici che ci sono stati tanto graziosamente consegnati dal sudore dei nostri antenati, soltanto per subire adesso lo scempio della nostra indifferenza, giustificata dal simulacro vuoto di un finto progresso sempre più opprimente.
2. Riscoprire il legame del presente con il passato. Riscoprire il legame del presente con il passato non vuol dire essere nostalgici ma chiudere il cerchio dell’identità, inondando di rinnovato senso il presente, rompendo quel senso di smarrimento e di incertezza che contrassegna l’eterno presente in cui si vive oggi. Riscoprire, in altre parole, il filo rosso della nostra mirabile cultura.
3. Rispettarsi e rispettare. Essere una sola grande famiglia che vive sotto lo stesso grande cielo significa rispettarsi e rispettare; vivere e lasciar vivere le persone in una dimensione etica che rispetti la loro individualità, e che non renda fluide le identità imponendo un canone unico fatto su misura delle minoranze.
4. Razionalità e valore. Le idee devono liberare ed elevare l’individuo, non appiattirlo assoggettandone lo spirito e la mente.
Cosa ne possiamo trarne? In modo piuttosto sgrammaticato si frulla Strapaese con blando nazionalismo, poi un po’ pizzico di valori tradizionali contro le identità fluide e la rivendicazione della contestazione della dittature delle minoranze. Il punto quattro poi è difficile capire cosa voglia dire e comunicare.
Gli iscritti all’associazione, che i fedelissimi del generale starebbero tentando di strutturare in comitati sul territorio, futuro architrave di un movimento/partito, si incontreranno il 23 novembre a Grosseto. Vedremo quanti saranno. Intanto la due giorni di “Noi con Vannacci” a Viterbo è stata un vero flop: qualche curioso, tanta pioggia e poca gente, soprattutto pochi ospiti significativi a sostegno dell’operazione, come si può facilmente evincere dal programma.
Ma allora perché Vannacci non è fenomeno che possiamo semplicemente archiviare? Credo perché il suo discorso risponda a una precisa esigenza, riuscendo a coprire uno spazio politico che rischia di rimanere scoperto dalla destra al governo. Vannacci in poche parole riesce a contenere la carica populista e anti sistema che ha fatto il successo delle destra che si sono opposte ai governi tecnici (prima Salvini ai tempi di Monti, poi Meloni con Draghi), dentro lo spazio di consenso del centrodestra. Funge come valvola di sfogo: il generale in effetti dice tutto quello che per un minimo di decenza gli altri politici, quelli che oggi sono ministri, sottosegretari etc, evitano di dire urlando ad alta voce, richiami espliciti al fascismo compresi
Vannacci inoltre, lungi da interpretare un sentimento antagonista, riesce a essere un politico d’ordine (è sempre un ex militare) e a incarnare il bisogno di serenità borghese di gran parte dell’elettorato di centrodestra, più o meno moderato. La rivoluzione del generale dunque è al momento solo rimandata, e se il suo rapporto con Salvini e con la Lega è ancora da definire, non è detto che la sua capacità di attrarre consensi sia terminata, tutt’altro, ma soprattutto sembra molto utile al centrodestra, a Salvini e alla stessa Meloni, per non continuare a essere anche un po’ di lotta e non solo di governo. Quello che di cui possiamo stare sicuri è che non ha (ancora?) un personale politico in grado di organizzare un partito sul territorio da solo.
In ultimo: potete trovare il mio libro Essere tempesta. Vita e morte di Giacomo Matteotti in tutte le librerie, negli store online e sul sito di Momo Edizioni. È pensato per ragazze e ragazzi ma va bene per tutte.
Qui sotto uno dei disegni di Toni Bruno che corredano il libro.