Benvenute e benvenuti alla puntata numero 59 di S’È DESTRA, la newsletter che ogni settimana racconta i protagonisti, le idee e le culture politiche delle destre in Italia e nel mondo. La scrivo io, che sono Valerio Renzi, in collaborazione con Fandango Libri. Oggi parliamo per la prima volta di Martin Sellner e di come ha trasformato un’accozzaglia di neonazisti in un gruppo di attivisti patinati, e del piano che vende a partiti e politici di tutta Europa: la Remigrazione.
Cominciamo!
Quando ormai era chiaro che l’estrema destra austriaca stava trionfando alle elezioni, Martin Sellner ha preso un manipolo di attivisti identitari e, con la colonna sonora di Gigi D’Agostino (cosa c’entri GigiDag con tutto questo l’ha spiegato su il manifesto e in un reel Leonardo Bianchi), è andato fuori le sedi dei partiti di centrosinistra ha festeggiato con uno striscione con su scritto “il 29% vuole la remigrazione!”.
Martin Sellner ha 35 anni, e forse a oggi è il più influente attivista di estrema destra in Europa. È difficile stabilire quanto delle sue idee abbiano contribuito al trionfo di Herbert Kickl, lui e i suoi camerati la mettono così: “La vittoria elettorale dell'FPÖ è il compimento di 5 anni di educazione, azione e resistenza. A questo hanno contribuito tutti i patrioti che si sono espressi, che sono scesi in piazza nel freddo gelido contro la dittatura del coronavirus. Via e parlamento, partito e movimento hanno vinto. L’Austria deve diventare il paese della riconquista e della remigrazione”.
A suo modo di vedere Sellner ha preparato la vittoria del leader dell’FPÖ in due modi: il primo è stato contribuire a animare delle piazze di destra durante la pandemia, in secondo luogo rinnovando l’ideologia del partito, tramite le parole d’ordine fatte circolare tra la base e i quadri intermedi.
Ha scritto in un recente thread su X intitolato “Corona & Reconquista”: “Alcuni esponenti della destra hanno dormito durante la crisi del coronavirus. In Austria abbiamo immediatamente riconosciuto il carattere globalista della dittatura Corona e l’istinto patriottico della resistenza. Abbiamo avviato il Great Reset Stopping e siamo stati presenti fin dall’inizio”. E poi: “Anche Herbert Kickl riconobbe immediatamente dove si trovava il posto di un partito di opposizione nativista nella fase della biopolitica globale: con la gente nelle strade. Come nessun altro, è diventato il braccio parlamentare della critica al Corona”.
Sellner parte dalla lotta che ha portato alla sospensione dell’obbligo vaccinale contro il Coronavirus, perché rappresenta una vittoria che ha creato le basi per qualcosa di altro: “La resistenza ha creato due effetti di apprendimento tra le persone: 1. La stampa mente. Anche gli “esperti” e i “fact checker” mentono. Non solo con Corona, ma anche con la migrazione, ecc. 2. Le persone sono forti. Possiamo fare di nuovo quello che abbiamo fatto nel 2020-22”. La Reconquista ora è l’obiettivo. Con questo termine, molto in voga nel frasario dell’estrema destra, si intende di fatto la cacciata dall’Europa dei cittadini di origine migrante, e la sconfitta delle sinistre liberali o marxiste che siano. Il termine utilizzato non a caso fa riferimento al processo che ha portato alla “liberazione” della Penisola Iberica dai regni regni moreschi musulmani.
Ora la Reconquista va messa in pratica tramite un processo di Remigrazione, ovvero il rimpatrio coatto dei cittadini di origine straniera (o meglio: non Occidentale) nei paesi di origine. Sellner è stato il principale vettore di diffusione del termine e dell’idea che sia davvero un piano, che sia possibile e giusto mettere in atto. Recentemente anche Donald Trump ha parlato di “remigration”.
Martin Sellner nel suo ultimo libro Regime Change von rechts: Eine strategische Skizze (Cambio di regime da destra: uno schizzo strategico), spiega come l’estrema destra non solo può conquistare il potere, ma anche cambiare la natura stessa delle nostre democrazie. Il leader degli identitari vuole approfittare dei successi dei partiti della destra populista e dell’estrema destra, per trasformare in politiche concrete i propri slogan. Si tratta di agire su due livelli: fornendo un’ideologia ai dirigenti politici, e contemporaneamente agire tramite gli strumenti dell’attivismo (online e in presenza) per cambiare la mentalità e fare accettare nel dibattito pubblico alcune parole d’ordine come quella della Remigrazione.
La vertiginosa virata a destra della società israeliana ci racconta come, nel contesto giusto, idee che fino a poco tempo prima erano marginali nell’arco politico, possono diventare non solo mainstream ma anche ispirare politiche reali (con gli esiti drammatici che abbiamo di fronte). Di questo Sellner sembra essere sinceramente convinto, come è convinto che una minoranza rumorosa e preparata, agganciando la destra istituzionale e i media, pensa davvero imporre la sua agenda. Il suo è un piano che non riguarda la solo Austria ma che vuole agire a livello direttamente europeo. Per questo qualche settimana fa era in un hotel vicino Potsdam per un incontro segreto tra esponenti dell’AfD, di gruppi estremisti e anche della CDU per presentare le sue idee e discutere di come metterle in atto. I giornalisti di Correctiv però hanno rovinato la festa e raccontato per filo e per segno quello che si sono detti in un’inchiesta. La notizia dell’incontro, una volta di dominio pubblico ha portato a oceaniche manifestazioni contro l’estrema destra tedesca, e Sellner è tornato ad attirare l’attenzione su di se.
Ecco in sintesi cosa dice il leader degli identitari all’incontro:
Nel suo discorso spiega nel dettaglio cosa significherebbe la re-immigrazione in Germania. Ci sono tre gruppi target di migranti, spiega, che dovrebbero essere estradati dal paese, o, come dice lui, "stranieri" che dovrebbero subire un "insediamento invertito". Sono: richiedenti asilo, non tedeschi con diritti di residenza e cittadini tedeschi "non assimilati". Sono questi ultimi che, secondo lui, rappresenterebbero la più grande "sfida". In altre parole, il piano di Sellner dividerebbe i residenti tedeschi in coloro che sarebbero in grado di vivere pacificamente in Germania e coloro per i quali questo diritto umano fondamentale non sarebbe più valido.
Gli scenari delineati in questa stanza d'albergo a Potsdam si riducono tutti essenzialmente a una cosa: le persone in Germania dovrebbero essere estradate con la forza se hanno il colore della pelle sbagliato, i genitori sbagliati o non sono sufficientemente "assimilate" alla cultura tedesca secondo gli standard di persone come Sellner. Anche se hanno la cittadinanza tedesca.
Ma dove mettere gli immigrati e i tedeschi “non assimilati”? Per chi non ha la cittadinanza di un altro paese l’idea degli estremisti di destra a convegno è uno stato in Nord Africa (non si capisce bene dove). Un’idea che risuona in maniera sinistra la trovata nazista di spedire tutti i non ariani in Madagascar, come è sinistra la coincidenza che proprio a Potsdam i vertici del Terzo Reich pianificarono la “soluzione finale”.
Ma chi è l’ideologo della Remigrazione? Giovanissimo, a 17 anni, viene fermato mentre affigge degli adesivi neonazi su una sinagoga. Verrà condannato a svolgere dei lavori socialmente utili nel cimitero ebraico di Baden. Nel 2019, già leader del Movimento Identitario, finisce nel ciclone perché lo stragista suprematista di Cristchurch in Nuova Zelanda (51 morti nell’assalto con armi da guerra a un centro di cultura islamico), gli aveva scritto in diverse occasioni facendo anche delle donazioni al suo gruppo. È un duro colpo per il tentativo del giovane leader estremista di cucire un abito nuovo ai gruppi neonazi. Gli Identitari hanno grafiche accattivanti, un linguaggio e una comunicazione molto curati, molto lontano dai vecchi gruppi un po’ pittoreschi e marginali. Nel 2017 c’è anche lui tra i supporter di Defend Europe: l’avventura tragicomica degli estremisti che tentarono di fermare le navi delle Ong nel Mediterraneo, finendo per essere salvati mentre andavano alla deriva proprio da una di esse.
Dichiarato persona non gradita di recente in Germania (dove era atteso per una conferenza) e in Svizzera, nel 2023 è stato aperto un fascicolo nei suoi confronti per istigazione all’odio. Nel 2021 i simboli degli Identitari vengono banditi in Austria, ma il loro leader riesce a mantenersi al limite della legalità nonostante la violenza dei suoi messaggi. Dopo le elezioni, con il boom di consensi dell’FPO le cose potrebbero però cambiare ampliando i suoi margini di manovra.
Il Washintgon Post ha pubblicato due settimane fa un lungo ritratto firmato dai giornalisti Anthony Faiola e Souad Mekhennet, che hanno seguito Sellner in alcuni incontri pubblici. Il leader degli Identitari si mostra consapevole dei successi incassati (come il fatto che Trump abbia parlato di Remigrazione), mentre i giornalisti raccontano come ai suoi incontri pubblici in anonime sale da tè, si parli serenamente del corredo genetico più o meno valido dei gruppi etnici. Una normalizzazione di alcune idee che sembravano ormai impresentabili sulla scena politica, raccontate come un’opzione reale. E questa è senza dubbio la forza di Sellner: avere un piano e essere convinto della sua reale praticabilità. L’altra novità che forse rappresenta il personaggio sta nel non aver scelto tra “movimento” e “partito”, ma di muoversi a cavallo tra le due dimensioni con l’idea precisa che solo potendo parlare liberamente fuori dai lacciuoli di un ruolo istituzionale può davvero far passare le proprie idee nelle forze politiche di estrema destra e di destra populista. Sellner vende un’ideologia e un piano per realizzarla: in tanti sembrano disposti a comprarli.