Ciao e buon sabato,
questa è l’uscita numero 77 di S’È DESTRA, la newsletter che racconta protagonisti, idee e storie delle destre in Italia e non solo. La scrivo io, che sono Valerio Renzi, in collaborazione con Fandango Libri.
Oggi parliamo di Maurizio Boccacci, protagonista della storia dell’estrema destra italiana dalla metà degli anni Ottanta, morto solo qualche giorno fa. È stato il primo forse a capire che bisognava investire in un nuovo tipo di militanza, guardando quello che accadeva all’estero, investendo nel contrasto all’immigrazione e nella sottocultura skinhead e nell’aggregazione nel mondo ultras.
Da Movimento Politico Occidentale a Militia, la sua è stata una parabola che alla fine si è ridotta a mera testimonianza quasi individuale, ma che ha segnato la storia dei più importanti gruppi del neofascismo italiano.
Non perdiamoci di vista! Questa sera sono con Francesca Santolini alla seconda edizione di Le parole giuste. Festival di giornalismo d’inchiesta ambientale. Il titolo del talk è Ecofascismi: la destra e la crisi climatica. L’appuntamento è alle 20.30 a Industrie Fluviali sempre a Roma.
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Iniziamo!
Per una veloce introduzione a chi era Maurizio Boccacci, morto alcuni giorni fa dopo una lunga malattia, ecco uno stralcio di un’intervista rilasciata ad Alessio Lasti nel 2017 per la trasmissione Piazza Pulita.
Che ne pensa di Anna Frank?
È una farsa. Adesso sta venendo fuori che il libro, il diario di Anna Frank è una farsa. Anna Frank lo scrive con la penna biro, ma la penna Bic esce nel Cinquanta
Quindi per lei Il diario di Anna Frank è un falso storico?
Certamente. Anche la Shoah è un falso storico. I sei milioni di morti che loro dicono di aver avuto, gli ebrei, è una cosa inesistente. Se lei fa il conto della popolazione nazione per nazione a livello europeo… sei milioni neanche a immaginarlo
Lei ritiene inesistenti anche le camere a gas?
Le camere a gas c’erano
E chi ci andava dentro?
Ci andavano dentro anche i soldati tedeschi per levare tutti… o pidocchi o anche parassiti
Quindi erano camere di sanificazione non di uccisione di massa…
Sì
Lei è mai stato ad Auschwitz?
No e neanche ci vado. È come andare su un set cinematografico… Quando l’ebreo è rappresentato dai vari Soros che detengono il potere mondiale ed economico, quello è il sionismo e quello io combatto
Direi che non è necessario aggiungere altro per farci una prima sommaria idea.
Nell’ultima parte della vita si definiva anarcofascista, probabilmente per il suo disprezzo per le iniziative politiche che avessero un qualche rapporto con la realtà. La sua missione è stata a partire dalla seconda metà degli anni Zero ribadire le cose che ormai nessuno aveva più voglia di dire, tipo negare lo Shoah o fare l’elogio del razzismo biologico. Arriverà a fare un’azione politica effettivamente individuale, presentandosi davanti a Montecitorio con una bandiera della Repubblica Sociale Italiana ed esponendola in completa solitudine. Non gli era andato giù che Forza Nuova avesse ritirato la manifestazione annunciata per celebrare la marcia su Roma.
Ma raccontiamo la storia di Maurizio Boccacci dal principio.
Naziskin, Movimento Politico, violenza
Al liceo è compagno di scuola di Valerio Fioravanti, Franco Anselmi, Massimo Carminati. Milita in Avanguardia Nazionale, ma rispetto ai suoi compagni non brucerà la sua esperienza politica in una manciata di anni o di mesi, né si darà al crimine organizzato. Sarà invece, al termine della stagione dello stragismo nero e dello cosiddetto spontaneismo armato, che si conquisterà un ruolo.
Tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta è infatti uno dei primi a capire e intercettare una nuova maniera di fare politica a partire dalle sottoculture giovanili. Una militanza dura, in anfibi e bomber, fatta di violenza contro “le zecche”, i senza tetto e gli immigrati, gli omosessuali. Sono anni in cui la violenza dei naziskin si fa sentire, soprattutto a Roma, soprattutto nel triennio 1990-1993.
Il 10 agosto 1993 a Grottaferrata, dove Boccacci abita e ha la sua roccaforte, un gruppo di nazi massacra di botte fino a ucciderlo un immigrato di origine bengalese di 40 anni. Ma la scia di sangue e violenza è lunghissima ed è fatta di pestaggi, incendi, assalti. Una storia che ha lasciato pochissimo nella memoria collettiva, tranne per chi l’ha vissuta e si ricorda bene la paura di uscire da un centro sociale o del confronto fisico con questi gruppi. Dimenticata anche perché le vittime sono quasi sempre state persone fortemente marginalizzate, invisibili senza tetto, migranti irregolari che dormono nei giardini pubblici o trovano riparo in un giaciglio di fortuna.
L’organizzazione che fa riferimento a Maurizio Boccacci e inquadra i naziskin è Movimento Politico Occidentale. Capi saldi della sua propaganda la lotta all’immigrazione, proprio quando questa inizia a essere un fenomeno rilevante nel paese, e la “questione ebraica”. È Movimento Politico, insieme al Veneto Fronte Skinhead e a Azione Skinhead di Milano), a costruire il primo network di musica RAC italiano (Rock Against Communism) tra concerti e spedizioni punitive.
L’apertura di una sede di Movimento Politico a via Domodossola, in zona San Giovanni, aumenta la tensione e lo scontro. Prima un corteo della sinistra antagonista tenta di raggiungerla scontrandosi con la polizia, poi è un violento blitz con bastoni e caschi dei giovani ebrei del ghetto a colpire la sede. È la risposta all’affissione di stelle di David gialle sui negozi di diversi cittadini di religione ebraica. È il 5 novembre del 1992. In mezzo Boccacci organizza una conferenza con il più noto negazionista della Shoah David Irving, che viene respinto a Fiumicino, e per l’anniversario della marcia su Roma sfila con centinaia di teste rasate a Piazza Venezia per continuare instancabile il suo proselitismo.
Sono questi gli anni in cui il fondatore di MP è un leader indiscusso dell’estrema destra romana e a livello nazionale. È il vecchio “saggio” di un gruppo di giovanissimi, è il filo nero che collega gli anni Settanta e il nuovo attivismo. Dopo la notizia della morte è stato un altro grande vecchio del neofascismo italiano a salutare Boccacci, sottolineando differenze e contiguità. Scrive Gabriele Adinolfi che fu “l'ultimo della generazione disintegrata nel 1980 e il primo della generazione che rialzò la testa”, sottolineando proprio questo aspetto. Ma la pressione del dibattito pubblico e dei media è troppo forte di fronte alle violenze, e alla fine Movimento Politico viene sciolto nel 1993 in base alla Legge Mancino che inasprisce le pene per i crimini d’odio. Con L’Operazione Runa le sedi di via Domodossola e via Alba a Roma vengono chiuse, così come quella in piazza Bambocci a Frascati.
Nonostante i guai giudiziari si moltiplichino, il capo del gruppo appena disciolto continua la sua militanza, che passa anche per la presenza sugli spalti degli stadi. Sono infatti sempre questi gli anni dell’ingresso dell’estrema destra nella Curva Sud della Roma. Il vicequestore Giovanni Selmin viene accoltellato prima della partita Brescia-Roma, nel corso degli incidenti che vedono tra i protagonisti quelli di Opposta Fazione. Tra i fermati c’è anche Boccacci che viene condannato a quattro anni di reclusione, insieme ad altri esponenti del tifo organizzato della stessa fede politica. Gli scontri, secondo l’accusa, sarebbero stati scatenati proprio per far aumentare il prestigio del gruppo di riferimento di Boccacci, in crisi di proselitismo dopo lo scioglimento di Movimento Politico. Allo stesso tempo i gruppi organizzati volevano mettere sotto pressione la società che aveva in quella fase tolto alcune agevolazioni ai gruppi.
Da Base Autonoma a Fiamma Tricolore
Esauritasi l’onda lunga dell’esplosione del fenomeno naziskin, tra denunce, arresti e provvedimenti di scioglimento, Boccacci passerà da una sigla all’altra senza mai riuscire a raggiungere il precedente successo. Ci sono infatti nuovi imprenditori politici all’estrema destra. Nel 1997 Roberto Fiore e Massimo Morsello, rientrati in Italia dopo una lunga latitanza, hanno fondato Forza Nuova. Con loro i rapporti di Boccacci non saranno mai idilliaci, anzi, ma all’inizio non potè fare a meno di essere attratto nell’orbita del gruppo.
Si dedicherà in questi anni con particole fervore alla campagna in difesa di Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine, riescendo infine a rimettere su un gruppo tutto suo nel 2002. Si chiama Base Autonoma (come il network nazionale dei primi anni Novanta), vede tra i nomi di primo piano anche Giuliano Castellino, e ha una sede nel quartiere di Vigne Nuove, alla periferia Nord Est della capitale. Castellino e Boccacci entreranno poi nel partito che in quegli anni va affermandosi come polo alternativo a Forza Nuova, attirando esperienze come quella di CasaPound. Si tratta di Fiamma Tricolore, che nel 2004 elegge Luca Romagnoli all’Europarlamento.
All’interno del partitino di estrema destra iniziarono presto a sorgere dei contrasti molto accesi tra l’ala movimentista, capeggiata da CasaPound con il sostegno di Boccacci e Castellino, e il resto del partito. I primi occuparono la sede nazionale e furono così espulsi. Da questo momento le strade dei protagonisti di questa stagione si dividono. CasaPound diventerà un’organizzazione nazionale, la più significativa a livello italiano nel campo del neofascismo, mentre Giuliano Castellino iniziò una strana parabola che lo porterà alla corte di Gianni Alemanno e poi gradualmente di nuovo all’estrema destra. E Maurizio Boccacci invece?
Militia
Dopo l’uscita da Fiamma Tricolore mette insieme un gruppetto di fedelissimi e si ripresenta sulle scene con un gruppuscolo i cui aderenti si contano sulle dita di una mano. Negli anni in cui l’estrema destra conosce un’innovazione del linguaggio, un certo successo nei settori giovanili e rinnova il proprio immaginario e la propria estetica, lavorando spesso di sponda con la destra istituzionale, lui riprende invece la strada dei più trinariciuti slogan, all’insegna dell’antisemitismo e del razzismo.
Militia si limita a firmare degli striscioni e poco più. Contro l’allora sindaco Gianni Alemanno, contro Gianfranco Fini, contro l’allora presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. In un’occasione esultano per la strage di immigrati fatta dalla camorra a Castel Volturno e per l’omicidio di un giovane ragazzo di origine straniera a Milano, colpevole di aver rubato un pacco di biscotti (“Temperature minime in Italia: Milano -1 Castel Volturno -4” recita la macabra affissione.
Esternazioni che costeranno a Boccacci e i suoi denunce, arresti e condanne. Si tratta di limitarsi a ribadire che esiste uno spazio di auto rappresentazione per un mondo e un modo di fare politica all’estrema destra, nella consapevolezza di andare incontro a una inevitabile repressione.
L’agire politico del vecchio leader di strada si riduce all’affermazione scandalosa, alla presa di parole esplicitamente neonazista, senza nessun mimetismo e senza nessuna pretesa di agire socialmente. Una testimonianza che sembra effettivamente fine a se stessa, come la rivendicazione della distruzione del monumento a Pier Paolo Pasolini all’Idroscalo rivendicata con uno striscione ingiurioso.
Gli ultimi anni
Altrove abbiamo raccontato l’itinerario di Giuliano Castellino, che tornando alla destra più estrema, incontrerà sulla strada il suo vecchio capo. Boccacci appare più volte al suo fianco durante gli incidenti tra estrema destra e polizia mentre in parlamento si discute lo Ius Soli. Quando Castellino torna stabilmente dentro Forza Nuova però Boccacci non lo seguirà. Contemporaneamente non sarà estraneo a iniziative dal sapore nostalgico, come gli incontri dei reduci di Avanguardia Nazionale.
A conferma che con Fiore non corresse buon sangue c’è questa intercettazione del leader di Forza Nuova commentando i movimenti assieme a Castellino e Delle Chiaie: “Se Maurizio Boccacci sì muove, si muove perché si stanno muovendo tutta una serie di situazioni. E questa è roba di servizi. Questo è lo stato. Sono i servizi, il fatto che Boccacci sia a busta paga, te lo possono confermare persone che...". Chissà chi era più vicino a qualche organo di sicurezza, se Boccacci o Fiore, prima o poi qualche archivio ce lo racconterà.
Negli ultimi anni comparirà in diverse occasioni. In prima fila ai funerali di Fabrizio Piscitelli, rivendicando in più occasioni l’amicizia di vecchia data con Diabolik, narcotrafficante e leader degli Irriducibili della Lazio. E sarà anche ai funerali di Stefano Delle Chiaie in prima fila. Chissà chi si ritroverà al suo di funerale.
Ma nella scena attuale, anche se penso sia una realtà forse più piccola, dove si posiziona lealtà azione?