Ciao,
io sono Valerio Renzi e questa è S’È DESTRA, la newsletter che ogni settimana racconta la politica, la cultura e i personaggi della destra italiana e non solo. Come sempre con il sostegno di Fandango Libri.
Oggi parliamo di cultura pop e destra destra, alcuni appunti a partire da quanto Elodie ha fatto arrabbiare quelli di Fratelli d’Italia.
Dove incontrarci nei prossimi giorni?
Venerdì 30 agosto alle 17.00 a Parco Schuster presento con Lorenzo Teodonio e Giulia Addazi presento il mio libro per ragazze e ragazzi Essere Tempesta. Vita e morte di Giacomo Matteotti (si compra sul sito di Momo Edizioni, in libreria e in tutti gli store online). La presentazione si terrà nell’ambito di Renoize il festival con cui ogni anno a Roma ricordiamo Renato Biagetti assassinato dai fascisti il 27 agosto del 2006.
Un’ultima segnalazione. Su Tempolinea, la newsletter di Iconografie XXI, questa settimana è uscito un mio pezzo a cui tengo molto: Falsi amici. Sulle convergenze tra islamismo e sinistra radicale.
Ora iniziamo!
Quelli di Fratelli d’Italia si sono molto arrabbiati perché Elodie, presentando la sua partecipazione al prossimo calendario Pirelli, ha parlato di molte cose che non gli sono piaciute.
Ecco alcune delle dichiarazioni della cantante che hanno fatto perdere le staffe al partito di Giorgia Meloni.
Ha fatto riferimento alla sua storia personale, quella di una ragazzina povera, italiana ma non bianca, cresciuta in una borgata romana:
Il mio è stato un mondo di non diritti, con una sensazione forte di abbandono da parte delle istituzioni
So cosa significa essere emarginata, il passato rimane dentro di noi e fa parte della nostra storia
Elodie ha spiegato come la sua vicinanza attiva alla comunità Lgbtq+, proviene anche dalla suo percorso di vita, a quando lavorava in club e locali dopo aver lasciato la casa del padre:
Questo Cal è un elogio anche del diritto alla diversità e al mondo queer, dal quale sono stata accolta e amata quando sono andata via di casa
Ha parlato poi come ha scelto di usare il suo corpo:
Per me l’erotismo è una vibrazione, qualcosa che si accende, una tensione che precede un’azione: uso il corpo come una performer, per manifestare le mie scelte
… e del controllo patriarcale sui corpi delle donne:
Se ci spostiamo a destra, guardando l’Italia, le donne non sono libere neppure di girare come vogliono. Ciò viene deciso da altri uomini, e ci fa capire quanto la femminilità sia ancora scabrosa. Essere donna è scabroso. Quindi c’è un controllo sul corpo, oggi più che mai. Mi accusano di sessualizzare e mi fa ridere: vorrei chiedere che cosa significa. Il punto è proprio questo: più uno viene accusato per l’uso della propria libertà di espressione, più significa che conduce una lotta giusta
Infine ha esplicitato le ragioni per cui si sente all’opposizione di questo governo:
Attaccando i gay, o l’aborto, si attacca la libertà. La cosa per cui soffro di più è che sia una donna a farlo. Come può non accorgersi di lavorare per gli interessi degli uomini? È un atteggiamento imperdonabile. Non si può toccare la libertà di scelta. Il nostro è un Paese democratico, dovremmo ricordarcelo sempre. Se poi vogliamo fare altro… Non ho simpatia per questo governo, perché per me la libertà è sinonimo di felicità. Banalmente, come se fossi una bambina. E soprattutto i giovani vengono penalizzati, per qualcosa che io non comprendo
Ricapitolando Elodie è una donna meticcia di cittadinanza italiana, di estrazione proletaria, che ha scritto una storia di successo grazie al suo talento, e che sa esprimere con grande chiarezza quello che pensa su molte questioni di attualità. Non è di certo un’artista organica a qualche partito, tanto meno militante, ma nel raccontare la sua scelta di posare per un calendario o nel partecipare da protagonista alle sfilate del Pride a Roma e Milano, mostra grande consapevolezza e si schiera senza molti problemi.
Più in generale la destra italiana, pur mostrandosi ossessionata dal tema dell’egemonia culturale e dal liberarsi del marxismo culturale sembra faticare moltissimo a rapportarsi con la cultura popolare.
Il problema è che tutta la cultura popolare prodotta soprattutto dalle giovani generazioni, condivide ed esprime valori con cui una destra destra che fatica a emanciparsi da un sentimento reazionario e da una cultura che mortifica il desiderio, non riesce a rapportarsi senza gridare allo scandalo, invocare censure o parlare della trap in toni apocalittici.
Silvio Berlusconi era in grado di maneggiare la cultura popolare perché non mortificava il desidero, ma lo metteva a lavoro piegandolo in una grammatica classista, razzista e machista. La destra postfascista invece è castrante, non ci vuole far godere.
Aggiungiamoci che la destra destra non ammette un altro racconto delle periferie sociali e geografiche delle grandi città, che non sia quella alternativamente dove abitano i folk devil da reprimere o i bravi cittadini arrabbiati da proteggere.
Per giunta Elodie non è venuta di certo fuori da qualche festival in un centro sociale, ma dal talent Amici condotto da Maria De Filippi (la diretta interessata ha sempre detto che avrebbe voluto fare X Factor ma era considerata troppo poco intellettuale per lo show). Sono infatti gli spazi della cultura nazionalpopolare che una certa destra sembra non riuscire a intercettare.
Il sintomo più evidente della distanza tra la sensibilità di chi oggi guida il paese, e i valori espressi in musica e versi è diventato il Festival di Sanremo. Parliamo di un palco che produce la maggior parte degli artisti da classifica e di successo che riempiono poi tv, radio e palazzetti. Nel 1996, dal palco del Teatro Ariston, Pippo Baudo disse: “Il Festival di Sanremo è uno spettacolo nazionalpopolare nel senso gramsciano del termine”. Non è questo il momento di confutare la dichiarazione del presentatore, ci limitiamo a registrare come negli ultimi anni un rinnovato Festival di Sanremo, svecchiatosi nel pubblico, nel gusto e soprattutto negli artisti in gara, è diventato un luogo a cui la destra guarda con sospetto e preoccupazione.